I sistemi robotici avanzati possono aiutarci nella gestione di Covid 19. Ma senza un sostegno alla ricerca tutto questo non potrà accadere
E’ questo il contenuto dell’editoriale pubblicato sul numero di Science Robotics “Combating COVID19 —The role of robotics in managing public health and infectious diseases” firmato da un gruppo di esperti internazionali che hanno ragionato sul presente e sul futuro della robotica applicata alle epidemie, come quella che oggi ci tocca vivere. L’intervento, a più voci e tutte decisamente autorevoli, risponde alla domanda: possono i robot essere strumenti efficaci nella lotta contro il covid-19? Sì, è la risposta degli autori. Che nel corso della riflessione forniscono una serie di esempi, oltre che di considerazioni, di come la robotica si applichi al coronavirus e alle epidemie o pandemie in genere consentendo di ridurre al minimo il rischio di contagio del personale sanitario.
Automazione per la prevenzione
La robotica e l’automazione potrebbero contribuire efficacemente alla prevenzione, allo screening, alla diagnosi e alla gestione delle malattie infettive, e alla cura dei pazienti riducendo l’esposizione degli esseri umani all’agente patogeno e quindi alla diffusione della malattia, affermano i firmatari tra i quali Guangzhong Yang, Direttore e co-fondatore dell’Hamlyn Center for Robotic Surgery, Vice Presidente dell’Institute of Global Health Innovation all’Imperial College di Londra. I robot possono raccogliere a distanza parametri come la temperatura e altro, e i campioni dei pazienti (i tamponi, per esempio), effettuare esami diagnostici automatizzati Droni e non persone potrebbero trasferire campioni o consegnare medicinali.
Non parliamo di fantascienza ma di reali possibilità. Se non fosse che al momento le risorse necessarie per far fare ai robot quanto sanno già fare, o quanto potrebbero imparare fare, sono insufficienti. Ma con più risorse la robotica potrebbe realizzare il suo enorme potenziale per affrontare i compiti ‘noiosi, sporchi e pericolosi’ della gestione delle malattie infettive, e in questo senso Covid-19 – ribadiscono gli esperti – potrebbe essere “il punto di svolta” nel processo di riorganizzazione. A patto che li si prepari, i robot. “Le esperienze con l’epidemia di Ebola (2015) hanno identificato un ampio spettro di applicazioni dei robot ma i finanziamenti per la ricerca multidisciplinare, in collaborazione con agenzie e industria, rimangono onerosi, rari e destinati ad altre applicazioni” hanno detto infatti gli esperti, aggiungendo che “Senza un sostegno alla ricerca la storia si ripeterà e i robot non saranno pronti per la prossima epidemia”.
Repubblica.it