A2A (nella foto, l’a. d. Luca Valerio Camerano) ha deciso di rendere più ambiziosi i propri obiettivi di decarbonizzazione allineandosi con la traiettoria 2°C definita dalla Cop21 (Accordo sul Clima di Parigi del 2015) nel prossimo decennio. Il percorso di decarbonizzazione di A2A prevede, al 2030, una riduzione del 46% delle emissioni dirette (Scope1) di gas effetto serra per chilowattora prodotto, rispetto al 2017 (emission factor al 2030 pari a 230 gCO2/kWh). L’obiettivo, informa una nota, si basa sullo sviluppo di nuova capacità rinnovabile, pari almeno a 1,6 GW al 2030, sull’ottimizzazione degli impianti a gas a ciclo combinato e sulla dismissione e riconversione delle centrali convenzionali a carbone e olio combustibile.
Negli impegni si annovera anche la riduzione del 100% delle emissioni Scope2 entro il 2024, ed una riduzione del 20% delle emissioni indirette Scope3 entro il 2030 collegate all’acquisto di combustibili per i propri impianti e alle vendite di gas ai clienti finali. Il nuovo target, si afferma, è stato sottoposto all’analisi della Science-Based Targets initiative (Sbti) – un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra il Cdp (precedentemente Carbon Disclosure Project), il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute e il Wwf – per verificare l’allineamento dei target di decarbonizzazione delle imprese con le indicazioni dell’Accordo di Parigi. A2A è la prima multiutility in Italia ad aver ottenuto la validazione del target delle emissioni da parte di Sbti. Ad oggi sono 343 le società nel mondo che hanno ottenuto la validazione dei propri target dalla Sbti, di cui solo tre in Italia.