Per gli operatori del settore non avremo problemi di scorte ma la situazione “in continua evoluzione” va monitorata costantemente
L’assalto ai supermercati di alcuni giorni fa con gli scaffali svuotati nel giro di poche ore è una scena che rischia di ripetersi a breve? Gli addetti ai lavori giurano di no, ma parlano anche “di una situazione in evoluzione, che dipende molto dalle misure restrittive anticoronavirus che via via stanno adottando anche all’estero”, a cominciare da quei Paesi con i quali abbiamo intensi rapporti commerciali.
Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, si dice preoccupato: “Se questa situazione attuale emergenziale dovesse persistere, fra uno o due mesi potremmo correre il rischio di non importare quei prodotti che non produciamo abbastanza, come carne e latte e soprattutto cereali. Il nostro Paese importa quasi il 50% di grano (tenero o duro) che serve per fare il pane, la pasta, i biscotti, i dolci o i prodotti da forno”.
“Ad oggi, però, – garantisce Vacondio – è tutto sotto controllo, supermercati e negozi di prodotti alimentari sono ben forniti, al punto che mi sento di dire che il food è il settore che sta tenendo in piedi questo Paese, oltre ovviamente ai presidi sanitari che sono fondamentali. Abbiamo scorte più che sufficienti che riguardano il 75% delle materie prime nazionali. Al momento nessuna delle nostre fabbriche è ferma, la produzione va avanti, cibi e alimenti sono regolarmente nei negozi”.
Un messaggio rassicurante viene anche da Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, che non teme “una riduzione improvvisa delle scorte alimentari”. L’Italia è un Paese “che tende all’autosufficienza e all’auto-approvvigionamento. E in un periodo come questo le imprese agricole stanno facendo la loro parte, le industrie lavorano senza sosta e i trasporti su gomma, al di là di oggettive difficoltà con alcuni Stati confinanti, continuano a funzionare”.
“L’Italia – aggiunge Bazzana – esporta il 70-75% della sua produzione e se adesso mangiamo pesche provenienti da altri Paesi, vorrà dire che in estate mangeremo pesche di nostra produzione che sono anche più buone. I problemi piuttosto saranno con l’export e con quei Paesi (Germania, Francia, Usa e Gran Bretagna) con i quali ci relazioniamo di più e che adesso stanno cominciando ad adottare blocchi e provvedimenti contenitivi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione: “Gli scaffali svuotati? L’assalto ai supermercati? Non ho francamente elementi sufficienti per dire che scene viste alcuni giorni fa e che ho definito frutto di reazioni emotive irrazionali possano ripetersi nel breve periodo. Al momento non mi risultano problemi di approvvigionamento, di produzione o di trasporto. Il sistema di distribuzione nazionale è assolutamente in grado di funzionare normalmente”.
Chiude Confetra (la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti), il cui settore è messo a dura prova per le lunghissime code al Brennero, i problemi legati ai transiti con i Paesi vicini (Austria, Slovenia e Croazia), il rinvio delle revisioni dei mezzi pesanti.
Anche qui, comunque, non ci sono “criticità che allarmano. Non ci sono stati segnalati problemi di mancata consegna delle merci o di prodotti poco reperibili. Siamo in contatto con le grandi catene di distribuzione e tutto procede al meglio. Certo, stiamo parlando di una situazione in evoluzione per la quale non siamo in grado di fare previsioni: pensiamo di avere risolto un problema legato ai blocchi in Croazia e se ne crea subito uno analogo con la Slovenia”.
agi.it