Secondo indiscrezioni la proposta è ancora in fase di studio, ma se finalizzata e approvata potrebbe costringere i produttori di smartphone a realizzare dispositivi con batterie sostituibili senza rivolgersi a uno specialista. L’obbiettivo è quello di allungare il ciclo di vita dei prodotti e abbattere l’inquinamento da dispositivi elettronici.
Presto le batterie degli smartphone potrebbero tornare a essere come una volta: rimovibili e sostituibili con unità identiche semplicemente aprendo uno sportello sul retro del dispositivo. Sembra sia questa almeno l’intenzione della Commissione Europea, all’interno della quale secondo il quotidiano olandese Het Financieele Dagblad si sta studiando un provvedimento per obbligare i produttori di questi dispositivi a costruirli in modo che il cambio di questa componente diventi un’operazione realizzabile in modo autonomo ed economico, senza il bisogno di rivolgersi a uno specialista.
In realtà per il momento si parla soltanto di indiscrezioni: la testata olandese che ha dato la notizia parla di documenti di natura non ancora pubblica, ed è dunque presto per parlare di un vero e proprio iter in grado di portare a una nuova norma. Di certo però ultimamente in seno all’Unione Europea non stanno venendo meno gli sforzi atti a ridurre l’inquinamento causato dai prodotti elettronici. Ultimamente è stato finalmente deliberato che tutti i dispositivi mobili dovranno avere la stessa tipologia di caricabatterie proprio per evitare che queste componenti finiscano in discarica ogni volta che si cambia dispositivo. Obbligare i produttori e riportare le batterie rimovibili sugli smartphone avrebbe un effetto ancora più dirompente sulla quantità di rifiuti elettronici generata ogni anno in Europa.
Le batterie degradate infatti contribuiscono a peggiorare le prestazioni di dispositivi già datati, e spesso vengono considerate dai consumatori come un campanello d’allarme per la sostituzione del dispositivo. In effetti, dal momento che le operazioni di sostituzione vanno effettuate spesso in centri specializzati e non sono economiche, il tempo e il denaro da spendere per cambiare la batteria vengono spesso impiegati per l’acquisto di un nuovo dispositivo, mentre il precedente — ancora valido — finisce tra i rifiuti.
Intervenire in questa catena di eventi consentirebbe di allungare il ciclo di vita di smartphone ancora utilizzabili, diminuendo il numero di smartphone acquistati ogni anno ma abbattendo al contempo quello dei dispositivi da smaltire. Il percorso però non sarebbe privo di ostacoli, tra tutti c’è il fatto che gli smartphone sono ormai quasi tutti progettati con precisione di frazioni di millimetro. Imporre ai costruttori di prevedere sportelli di apertura e meccanismi di estrazione avrebbe sicuramente delle conseguenze sul design dei dispositivi, ma a fronte del beneficio previsto si tratterebbe di un compromesso più che accettabile.
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