La documentazione della gara per l’affidamento fatto da Atac nel 2016 della manutenzione delle scale mobili delle linee A, B-B1 e C della metropolitana di Roma – soggette tra il 2018 e il 2019 a diversi guasti ed incidenti (di cui uno a ‘Repubblica’ con 24 feriti) – risulta “non idonea a selezionare soggetti in possesso di adeguata competenza ed esperienza”. Ed anche la ponderazione del punteggio del bando non era “adeguatamente motivata in ordine alla prevalenza riconosciuta all’elemento prezzo”. Lo scrive l’Anac in una delibera, pubblicata sul sito dell’Autorità Anticorruzione, con la quale viene disposto l’invio dell’istruttoria alla procura di Roma e alla Corte dei Conti per le eventuali verifiche del caso.
Dopo i ripetuti incidenti e guasti verificatisi tra l’autunno 2018 e i primi mesi del 2019 sulle scale mobili delle fermate Repubblica, Barberini e Spagna della metro A, l’Autorità Anticorruzione ha inviato ad Atac una richiesta di informazioni sul contratto di manutenzione degli impianti. Dall’analisi delle carte effettuata dall’Anac emerge che la richiesta contenuta nel bando di un unico criterio di capacità tecnico-economica costituito da un determinato fatturato nel settore di attività oggetto di gara era “carente”. L’appalto era stato aggiudicato nel 2016 ad un raggruppamento temporaneo di imprese, denominato MetroRoma, che aveva poi provveduto ad un subappalto di parte del lotto alla Schindler. Ma già dal 2017 la documentazione fornita da Atac evidenzia, si legge nella delibera, “l’incremento medio dell’indisponibilità degli impianti; degli intrappolamenti; del numero delle richieste di pronto intervento; tempi medi di pronto intervento superiori a quelli dichiarati in sede di offerta tecnica”. Insomma, nelle note della partecipata del trasporto pubblico del Campidoglio si rileva che “il livello delle prestazioni erogate dall’esecutore” non era “ritenuto accettabile per garantire ordine tecnico e regolarità di servizio”.Dopo gli incidenti nel 2019 Atac ha risolto il contratto di manutenzione per inadempienza, procedendo con affidamenti diretti in via d’urgenza e non mediante interpello in relazione alla gestione dell’intero servizio. Una circostanza di cui Anac ha chiesto conto alla partecipata del Campidoglio, anche in considerazione del fatto che, dalla risoluzione del contratto ad oggi, Atac ha avuto un impegno di spesa pari a più di otto milioni e mezzo di euro per un solo anno, che supera quanto stabilito dal bando (che ammontava a poco più di sette milioni e mezzo).