La nuova mania della Silicon Valley consiste nell’evitare per almeno 24 ore qualsiasi attività in grado di procurare felicità in modo da resettare il proprio livello del cosidetto “ormone del piacere” e fare in modo che, dall’astinenza di ogni tipo di piacere, nasca successivamente un piacere più forte. Ma molti esperti non sono affatto d’accordo
Due scuole scuole di pensiero a confronto. Ma senza vincitori, almeno per ora. In cerca di benessere e rinnovata felicità sempre più persone praticano un “digiuno” consapevole della dopamina, meglio noto come l’ormone del piacere, ma gli scienziati dubitano dell’efficacia di questo nuovo metodo. La tecnica ha già un nome, è la “mania della Silicon Valley“: consiste nell’evitare per almeno 24 ore qualsiasi attività in grado di procurare felicità in modo da resettare il proprio livello di dopamina e fare in modo che, dall’astinenza di ogni tipo di piacere, nasca successivamente un piacere più forte. La strategia è stata analizzata da diversi psichiatri ed esperti della mente umana, citati dal sito CTVNews, convinti però che essa si basi su un’errata conoscenza del ruolo della dopamina nella mente e nel corpo umano.
Per praticare il digiuno della dopamina, secondo alcuni, basterebbe privarsi per un’intera giornata da quei stimoli che producono la sostanza chimica rilasciata dai nostri neurotrasmettitori e spesso collegata alla motivazione. Stimoli di cui la società moderna è piena: social media, cibo, shopping, musica, libri, viaggio, sport e sesso. C’è chi evita persino di parlare di tutto ciò che dà piacere in modo da ‘congelarsi’ emotivamente, desensibilizzandosi consapevolmente alla gioia per un determinato numero di ore nella speranza di assaporarne poi una più grande dopo. Il primo ad aver documentato il fenomeno è stato Cameron Sepah, professore di psichiatria dell’Università di San Francisco, e il termine “digiuno della dopamina” è stato oggetto di un video diffuso nel 2018 su YouTube, visualizzato da più di 1,8 milioni di utenti.
Ma non tutti sono concordi. “L’equazione dopamina uguale piacere è un mito. Erroneamente viene considerata la molecola del piacere, ma non è così. La tecnica del digiuno è quindi fondata su un’interpretazione semplicistica del ruolo della dopamina”, è il giudizio, espresso a CTVNews, da Stan Floresco, professore di psicologia alla British Columbia University. In realtà la dopamina viene attivata da esperienze molto diverse tra loro: a procurarla non sono soltanto attività piacevoli ma anche stress, motivazione, avversità e rifiuto. “La dopamina da sola non racchiude in sè il piacere, ma procura motivazione, ti spinge ad ottenere quelle cose buone o belle che poi ti daranno il piacere stesso” ha sottolineato Floresco.
Alla luce della complessità del funzionamento dei neurotrasmettitori, nei quali entrano in gioco tante molecole, gli esperti hanno evidenziato la difficoltà a controllare il proprio livello di dopamina – sostanza rilasciata quasi automaticamente dal corpo e cruciale per la sopravvivenza quotidiana dell’uomo – ma anche la pericolosità del digiuno. “Evitare consapevolmente il contatto con quegli stimoli che producono dopamina non significa che la volta successiva una quantità superiore verrà rilasciata. Poi non ha tanto senso poichè da sola la dopamina non può fare tutto, anzi bloccarla potrebbe sbilanciare altri sistemi”, ha valutato Cecilia Flores, professore di psichiatria alla McGill University, esperta dello sviluppo del sistema della dopamina.
In altre parole cercare di bloccare il regolare funzionamento della dopamina potrebbe avere, secondo gli scienziati, la stessa conseguenza di chi tra i giovani passa troppe ore davanti allo schermo dello smartphone o del pc, ledendo così il corretto sviluppo della struttura del cervello nelle sue aree legate al linguaggio e all’immaginazione.
Repubblica.it