Unicredit chiude il 2019 con un utile netto “sottostante”, cioè al netto delle operazioni straordinarie di 4,7 miliardi, in aumento del 55,5%. Considerate invece queste voci straordinarie, tra cui le svalutazioni, che hanno contribuito a una perdita 835 milioni nel quarto trimestre, l’utile netto del gruppo guidato da Jean Pierre Mustier è stato di 3,37 miliardi (-19%). I profitti realizzati si attestano comunque sopra le attese del mercato che infatti spinge del 5% il titolo in Piazza Affari in mattinata.
«Il piano Trasform 2019 è stato completato con successo ottenendo risultati robusti», ha commentato Mustier ringraziando il suo team per il «duro lavoro». Adesso, ha aggiunto, «possiamo adesso dedicare tutte le nostre energie e i nostri sforzi per conseguire il nostro nuovo piano, Team 23. Mentre Transform 2019 era un piano di ristrutturazione e riassetto del gruppo, Team 23 si focalizza sul rafforzamento e la crescita della nostra base clienti. Noi continueremo attivamente a supportare l’economia reale, servire i nostri clienti, incoraggiare la crescita in tutti i nostri mercati e trasformare il nostro gruppo per continuare a creare valore sostenibile».
Ma il confronto in Italia con i sindacati sul piano di uscite — che riguarda 8000 persone a livello di gruppo — «partiranno in un futuro molto vicino», ha detto il ceo aggiungendo che per il nostro Paese si tratti di un numero «molto più basso di quello» e che un accordo è già stato trovato con i sindacati tedeschi e austriaci. I sindacati stimano gli esuberi in Italia tra 5 e 6 mila.
Il consiglio propone ai soci di distribuire un dividendo di 0,63 centesimi per azione, per un totale di 1,4 miliardi. L’assemblea degli azionisti sarà anche chiamata ad approvare un piano di riacquisto di azioni proprie pari a 500 milioni. Il combinato delle due operazioni (cedola e buy back) porta la distribuzione al 40%. Nei prossimi anni potrebbe essere considerato l’aumento della distribuzione di utili al 50%, mentre se il livello di capitale al 2023 sarà in eccesso Unicredit considererà anche una distribuzione straordinaria di capitale nel 2021 e/o nel 2022. La banca non ha ancora avanzato una richiesta formale alla Bce per l’avvio del programma di riacquisto ma è «fiduciosa» del via libera della Vigilanza.
Paola Pica, Corriere.it