Mercati esteri e integrazione sinergica tra rete di punti vendita fisici ed e-commerce hanno spinto il 2019 di Calzedonia, il gruppo fondato poco più di trent’anni fa da Sandro Veronesi. L’anno in corso vede invece sostenibilità e impatto ambientale tra le priorità del la società veneta che conta anche i marchi Falconeri, Intimissimi, Tezenis, Atelier Emé e Signorvino. Il gruppo ha chiuso il 2019 con un fatturato di 2 miliardi e 411 milioni di euro, in crescita del 4,7% a cambi correnti (+4,4% a cambi costanti) rispetto ai 2, 3 miliardi del 2018. È aumentata «in modo sensibile» la quota di fatturato estero, che ha raggiunto il 56% del totale, spiega una nota. In crescita anche il volume di vendite realizzate con l’e-commerce.
La strategia di Sandro Veronesi è consolidarsi nei principali mercati europei e continuare con le aperture negli Stati Uniti, Cina e Giappone, considerati «commercialmente strategici». La corsa alla conquista di Usa e Cina partita da Dossobuono di Villafranca, alle porte di Verona, dove c’è il quartier generale, sta dando risultati. Nel 2019 sono stati 188 i nuovi punti vendita, di cui 138 all’estero, per un totale di 4.859 negozi con i marchi del gruppo, di cui 3.103 all’estero e 1.756 in Italia. Sono stati investiti 200 milioni su nuove tecnologie per innovare gli stabilimenti produttivi (divisi tra Italia, Sri Lanka, Croazia, Romania, Bulgaria, Serbia, Bosnia ed Etiopia) e per potenziare il canale retail, integrandolo sempre più al canale ecommerce. Sviluppo all’estero anche per Falconieri, che per la prima volta lo scorso anno ha aperto punti vendita in Cina, Francia, Giappone, Spagna e Stati Uniti. Mentre il gruppo sta valutando le prime aperture fuori confine per Signorvino, la catena di eno-bistrot nata nel 2012 che vede la partecipazione accanto a Sandro Veronesi del figlio Federico. Mercati di destinazione quelli in cui l’interesse per il vino e il made in Italy sono in crescita, in particolare i Paesi dell’Est Europa. Per Signorvino, Intimissimi Uomo e Atelier Emé continuerà anche lo sviluppo in Italia.
In un momento in cui «sostenibilità» è diventata la parola d’ordine per l’industria mondiale, e soprattutto per la politica, anche Calzedonia ha deciso di fare la sua parte. Il 25 ottobre scorso ha aderito al «Fashion Pact», la coalizione che riunisce 56 aziende globali leader del settore della moda e tessile, oltre ai fornitori e distributori, presentata a fine agosto da François-Henri Pinault, presidente e ceo di Kering, ai capi di stato riuniti in occasione del vertice del G7 di Biarritz. Le aziende si impegnano al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e concentrati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
Francesca Basso, Corriere.it