Pd, M5s e renziani lo avevano capito da tempo, la richiesta di processare Matteo Salvini avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania rischia di diventare, politicamente, un favore al leader della Lega. Quell’accusa di sequestro di persona mossa dai giudici è una medaglia per l’ex ministro, perché secondo i sondaggi la maggior parte degli italiani pensa che lui abbia fatto bene a bloccare per alcuni giorni, lo scorso luglio, lo sbarco dei migranti dalla nave Gregoretti della Guardia costiera. Per questo ieri, a sorpresa ma non troppo, Salvini ha scelto di rilanciare, sfidando magistrati e avversari politici, alla vigilia del voto di oggi in Giunta per le elezioni al Senato: «Chiederò a chi deve votare, quindi anche ai senatori della Lega, di farmi un favore. Votate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte». Un azzardo calcolato, perché oggi si voterà solo un parere che non ha effetti pratici e sarà l’Aula, a febbraio, a decidere se Salvini deve essere processato o no.
In compenso gli effetti mediatici della vicenda sono preziosi, a pochi giorni dal voto in Emilia Romagna, cruciale per la tenuta del Governo. Non a caso anche ieri la sfida è stata lanciata da Cattolica, dove Salvini era per uno dei tanti comizi elettorali: «Portatemi in tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, ci portino tutti in tribunale». Quindi gli attacchi ai giudici: «Se vuoi fare il ministro molli la toga e vai a fare il ministro, altrimenti non rompi le scatole a chi lavora. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora».
Le reazioni di Pd, M5s e Iv sono stizzite. Per Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, «il rispetto per la magistratura, anche quando si fanno le critiche, è l’Abc della democrazia. Chi attacca i giudici fa un favore proprio ai delinquenti». Andrea Marcucci, capogruppo Pd, spiega che «Salvini poteva rinunciare all’immunità da subito ed avrebbe fatto risparmiare tempo alle istituzioni». Davide Faraone, capogruppo renziano, aggiunge: «Siamo al ridicolo: Salvini chiede ai suoi di votare sì per fasi processare. È veramente un pagliaccio che pensa di essere circondato da fessi».
Di sicuro, il rilancio renderà surreale il voto di oggi della Giunta. La maggioranza è per il sì al processo, ma Pd, M5s, Italia viva e Leu probabilmente non voteranno. Ufficialmente per protestare contro la presidente del Senato Elisabetta Casellati, ritenuta «non imparziale» nella gestione della vicenda. Di fatto, l’intenzione era quella di evitare di offrire un comodo argomento di campagna elettorale a Salvini a pochi giorni dal voto in Emilia Romagna. Fi e Fdi, invece, voteranno no all’autorizzazione a procedere e la Lega, appunto, sarà a favore.
Alessandro Di Matteo, La Stampa