Campioni d’inverno. La Juventus batte la Roma all’Olimpico e si isola in vetta 2 punti sull’Inter. La vittoria è costruita su due regali in avvio ben sfruttati da Demiral e Ronaldo, poi custodita con qualche sofferenza, concedendo solo l’illusione di Perotti. Restano un forte segnale al campionato, le riflessioni dei giallorossi di nuovo sconfitti in casa e la preoccupazione per gli infortuni di Demiral e, più grave, di Zaniolo: rottura del crociato anteriore, Europei a rischio per l’azzurro.
Regalo dei giallorossi
Fonseca respinge la tentazione di brevettare la difesa a 3, balenata solo con l’Atalanta a gara in corso: consueta linea protetta da Diawara e Veretout, ventaglio di trequartisti e Dzeko unica punta. La Juve non cambia assetto né formazione rispetto all’ultima partita: Ramsey spalleggia Dybala e Ronaldo, Rabiot sostituisce ancora Bentancur e Demiral viene preferito a De Ligt. Il crack del centrale turco riscrive in fretta la staffetta, ma il frammento è sufficiente per legittimare le gerarchie: non solo per la solidità in area e il feeling crescente con Bonucci, ma anche per il gol fulmineo che sblocca, realizzato con la complicità di Smalling e Kolarov immobili sul traversone di Dybala. L’argentino è decisivo anche nel raddoppio che sigilla il match al 10’: s’infila in area e procaccia il rigore che Ronaldo trasforma con l’abituale freddezza, completando la mappa delle squadre infilzate e portando a 6 la striscia di giornate a segno. Anche stavolta, però, si allunga l’ombra d’un gentile omaggio romanista: è Veretout a perdere il pallone e commettere fallo nel tentativo di riparare. Buona Juve, quindi, avvolgente nel gioco e decisa nell’approccio, ma se i giallorossi sono già tramortiti è anche per loro responsabilità. Provano a reagire, ma nulla ottengono: Szczesny deve intervenire una sola volta, senza affanno, su Perotti. La manovra, di per sé, non è fluida, la ricucitura di Diawara non basta, gli unici lampi appartengono a Zaniolo che però al 36’ è costretto ad abbandonare dopo un contrasto tra Rabiot e De Ligt, in fondo a una percussione bella e decisa. La gravità è subito evidente, la preoccupazione di Fonseca si estende al ct Mancini in tribuna.
La Joya la prende male
In un primo tempo senza storia, la squadra di Sarri sfiora la terza rete con Ronaldo murato da Pau Lopez, mentre la Roma aumenta la pressione nella ripresa senza però costruire pericoli fino all’incursione di Dzeko che colpisce il palo, riacciuffa il pallone e crossa per Under: nel batti e ribatti, Alex Sandro tocca con il braccio e Guida, attraverso la Var, assegna il rigore trasformato da Perotti. Partita riaperta, Sarri prova a blindarla con 2 cambi: Higuain per Dybala, che la prende male, e Danilo per Ramsey. La seconda mossa ha riflessi tattici, perché cancella il trequartista e modella il 4-4-2 con il brasiliano terzino e Cuadrado avanzato a centrocampo. Non s’arroccano, i bianconeri – Ronaldo manda fuori di nulla, Pipita segna in fuorigioco – ma controllano senza problemi e rabbrividiscono solo per un’incornata di Kolarov e un tiro alto di Pellegrini.
Antonio Barillà, La Stampa