Siamo in provincia di Arezzo: Poppi, 437 metri di altezza, 400 abitanti nel borgo, seimila in tutto il centro abitato. A Poppi arriviamo in autostrada, uscita di Firenze sud, e poi ci dirigiamo verso la Pontassieve – Consuma – Poppi. Arrivando da sud, si esce ad Arezzo e si punta verso Casentino – Bibbiena. L’origine del nome è il toponimo Puppio, che forse deriva dal nome latino di persona Popius o Puppius, ma non è da escludere una radice longobarda, dal nome Poppo. Attualmente si ritiene che l’ipotesi più accreditata sia la derivazione dal termine arcaico poplo, cioè poggio, colle, rilievo. La storia del borgo è strettamente legata alla famiglia dei conti Guidi, che lo dominarono per più di tre secoli, dal 1191 fino al 1440, quando divenne sede del Vicario della Repubblica di Firenze. Nel castello di Poppi soggiornò nel 1307 e poi nel 1311 Dante Alighieri: qui probabilmente il sommo poeta compose il XXXIII canto dell’Inferno. Monumenti e luoghi da visitare. Il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, grande e storica riserva di legname grazie ai boschi del Casentino, qui, immersi nella pace e nel silenzio, con due dei maggiori centri di spiritualità del mondo, l’eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo nel 1012 e la Verna, il santuario fondato da San Francesco (che qui ricevette, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, le stimmate). Poi, ovviamente, il castello dei Guidi, che ospita numerose mostre. Tra gli eventi per la vostra visita, vi segnalo la fiera di primavera, con produzioni biologiche, artigianato, antiquariato: a Pasqua e Pasquetta. La festa di San Torello, patrono di Poppi e protettore della fertilità femminile, la seconda domenica dopo Pasqua. Dal 15 luglio al 30 agosto, Quodlibet, rassegna di musica e arte. Il Gusto dei Guidi, mostra mercato dei vini di Toscana e dei prodotti tipici casentinesi, il terzo fine settimana di agosto. E infine la fiera d’inverno, subito dopo natale. Per la sosta gastronomica puntate sul tortello di patate, differente dai ravioli solo per il ripieno: anziché carne o spinaci e ricotta, l’incomparabile tubero del Casentino. Tra i prodotti tipici il panno di lana, fatto con un tessuto indossato in origine da monaci e montanari, oggi proposto con i tradizionali colori arancione e verde. Curiosità: Pasquale Festa Campanile ha girato qui “Una vergine per il principe” e Leonardo Pieraccioni si impose nel cinema con “Il ciclone”, girato a Stia, Laterina e Poppi. C’è infine una suggestiva leggenda: nel castello di Poppi vaga ancora il fantasma della crudele contessa Matelda. La gentildonna riceveva in segreto, quasi tutte le sere, un’amante diverso e poi, per evitare pettegolezzi e rivelazioni, li faceva precipitare in un fossato dove i poveretti si abbattevano su lame affilate o erano torturati dagli uomini di Matelda fino alla morte. Ma un giorno le donne del borgo si ribellarono e murarono viva la contessa nella torre ribattezzata “Torre dei diavoli”.