Tra gennaio e settembre 2019 le vendite bresciane in Germania sono complessivamente diminuite del 3,3% rispetto all’analogo periodo del 2018, una dinamica relativamente più intensa di quanto evidenziato per il totale dei flussi esportati (-2,8%). Lo conferma l’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione industriali bresciana, elaborando dati Istat. L’andamento della Germania ha forti implicazioni per tutti i paesi Ue, e in particolare l’Italia: il 12,5% dell’export italiano e il 16,4% dell’import dipendono dal mercato tedesco. In tale contesto, la provincia di Brescia appare particolarmente esposta nei confronti dell’economia tedesca. Nei primi nove mesi del 2019 la Germania si è confermata il principale partner commerciale per il made in Brescia: le esportazioni verso i Länder tedeschi ammontano a 2.531 milioni di euro (pari al 20,6% del totale venduto all’estero), mentre le importazioni si sono attestate a 1.373 milioni (ovvero il 19,6% di quanto acquistato fuori dai confini nazionali). Allo stesso tempo, Brescia si posiziona al secondo posto nella classifica nazionale per export verso la Germania (dietro Milano), ma è in prima posizione per saldo commerciale (1.158 milioni), davanti a Chieti e Reggio Emilia. Nell’ambito delle sole attività metalmeccaniche, inoltre, Brescia si conferma la più rilevante provincia italiana per flussi esportativi verso la Germania: 2.010 milioni nei primi nove mesi del 2019. Tale leadership è sintesi di un primo posto nazionale per le vendite di prodotti metallurgici e di prodotti in metallo, di un secondo posto nell’ambito dei macchinari e apparecchiature, di un terzo nei mezzi di trasporto e di un sesto nell’elettromeccanica. L’analisi trimestrale mette quindi in evidenza il processo di rallentamento dell’export bresciano verso Berlino, con un’evoluzione che appare coerente con il restringersi, periodo dopo periodo, della domanda tedesca. Tale movimento, iniziato come una semplice frenata nel corso della seconda metà del 2018, si è trasformato nel secondo trimestre del 2019 in una significativa contrazione dell’export (-5,0% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente); processo poi confermatosi anche nel periodo luglio-settembre (-4,8%). Analoghe considerazioni valgono per i comparti metalmeccanici: il -4,5% nel secondo trimestre 2019 rispetto allo stesso intervallo dell’anno precedente ha rappresentato il primo “segno meno” dal 2016, mentre il trimestre estivo ha sperimentato una flessione ancora più intensa (-5,8%, da 647 a 610 milioni), determinata, in primo luogo, dalla caduta delle esportazioni di prodotti metallurgici (-10,4%, da 230 a 206 milioni) e dei prodotti in metallo (-10,2%, da 116 a 105 milioni). Le prospettive a breve non sono incoraggianti: a novembre l’indice Pmi manifatturiero tedesco si è confermato abbondantemente sotto la soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, dopo aver toccato a settembre i livelli più bassi dal 2009. Ciò prefigura che, verosimilmente anche nell’ultimo trimestre dell’anno, il mercato tedesco garantirà una domanda di prodotti made in Brescia significativamente inferiore rispetto al recente passato.