(di Mauro della Porta Raffo) 1 – Con il risultato, quanto all’accusa di abuso di potere, di 230 favorevoli e 197 contrari la Camera dei Rappresentanti USA ha rinviato al giudizio del Senato Donald Trump.
La successiva votazione concernente l’ostruzione alle indagini è stata anche favorevole all’Impeachment per 229 a 198.
Pochissimi i voti dissenzienti tra i due schieramenti partitici.
Da segnalare – dato che è tra i candidati democratici alla nomination – l’astensione di Tulsi Gabbard, da subito e fino in fondo molto dubitosa in proposito.
2 – A seguito della votazione alla Camera in data 18 dicembre 2019, il Presidente Trump sarà giudicato dal Senato a proposito di due capi di imputazione: abuso di potere e ostruzione alle indagini.
Alla Camera Alta – nella circostanza presieduta dal Chief della Corte Suprema – perché il giudizio si concluda con la destituzione occorre l’assenso dei due terzi dei membri al momento della votazione presenti e votanti.
A tale riguardo, non ha il minimo fondamento la voce che corre nei media che parla di un possibile mutamento di tale prescrizione con il voto della maggioranza semplice dei Senatori (ipotizzando defezioni in campo repubblicano).
La norma è costituzionale e la procedura per modificarla altro non può essere che un Emendamento con tutte le garanzie e le prescritte articolazioni del caso.
Attenti alle bufale che in materia (ma non solo) sono infinite!