Fico cittadino onorario nella terra del cedro. E Sangiuliano scrive la Cina di Xi
FICO CITTADINO ONORARIO NELLA CAPITALE DEL CEDRO
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Presso l’istituto comprensivo Paolo Borsellino di Santa Maria del Cedro al presidente della Camera Roberto Fico (Napoli, 10 ottobre 1974) è stata conferita ieri mattina la cittadinanza onoraria. Santa Maria del Cedro è un comune di 5mila abitanti della provincia di Cosenza in Calabria, lungo la cosiddetta Riviera dei Cedri. I comuni confinanti sono Grisolia, Ordomarso, Scalea e Verbicaro. Il cedro è il prodotto tipico della località.
GENNARO SANGIULIANO SCRIVE LA CINA DI XI, IL NUOVO MAO
Gennaro Sangiuliano (Napoli, 6 giugno 1962): presso il Centro congressi di Confcommercio a Milano è stato presentato il suo libro “Il nuovo Mao. Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi”. (Mondadori). Con la partecipazione del segretario della Lega Matteo Salvini e del direttore di ‘Libero’ Pietro Senaldi.
L’ENIGMA DELLA SUPERPOTENZA COME GLI USA, È UN SOGNO?
Marco Del Corona ha scritto sul Corriere della Sera: «L’uomo che governa l’emersione della Cina e il suo imporsi come superpotenza globale accanto agli Usa resta, per la quasi totalità dell’opinione pubblica mondiale, una specie di enigma. Ne prende atto e sfida l’anomalia il nuovo libro che Gennaro Sangiuliano ha dedicato all’ideatore della categoria social-politico-psicologica del “sogno cinese”e soprattutto ideatore della “nuova via della seta”, ambizioso piano di penetrazione commerciale e strategica nell’ampio teatro eurasiatico. Sangiuliano segue il percorso del sessantaseienne Xi dagli inizi, e dagli inizi degli inizi: cioè prima dello stesso Xi Jinping. Perché l’attuale leader era, in qualche misura, un predestinato, non un outsider pescato dal Partito. Suo padre Xi Zhongxun era stato un compagno di Mao nella Lunga marcia dei comunisti, vicepremier, vicepresidente dell’Assemblea nazionale (il parlamento), dunque un esponente autorevole dell’aristocrazia rossa. Bastavano queste ascendenze, al netto dell’emarginazione e degli abusi patiti durante la Rivoluzione culturale (1966-76), a indicare che Xi Jinping sarebbe asceso nella gerarchia della Cina comunista. E, poiché ogni leader deve sperimentare in proprio una sua “lunga marcia”esistenziale che ne forgi capacità e temperamento, ecco che nella mitologia di Xi Jinping, alimentata dalla propaganda che cura il culto della personalità, spuntano le domande di ammissione al Pc ripetutamente respinte, quindi il sospirato ingresso tra i quadri del Partito (1974), l’università Tsinghua (diventerà ingegnere chimico), l’apprendi stato in un villaggio, poi sotto l’ala del generale Geng Biao, infine di nuovo in periferia, per avviare la scalata al vertice.
IL POTERE IMMENSO DEL LEADER SENZA IL LIMITE DI DUE MANDATI
Al centro del libro di Sangiuliano sta la ricezione in Occidente della figura di Xi Jinping, al quale una clamorosa riforma istituzionale ha dato poteri immensi e ha tolto il limite dei due mandati consecutivi alla guida del Partito. Il nuovo Mao è un invito, tanto più accorato in quanto non viene da un sinologo, a considerare le specificità del potere cinese e delle sue forme, a evitare di valutare ciò che accade a Pechino con il metro che funziona a Washington, magari a Bruxelles, forse a Mosca. Le moderate concessioni allo showbiz politico, come l’ostensione della brillante moglie Peng Liyuan (ex cantante della sezione artistica dell’Esercito popolare di liberazione), non nascondono la volontà di un uomo che è, però, la forza di un sistema.L’aver vissuto in Iowa, e dunque sperimentato l’America, o spedito la figlia a studiare ad Harvard (sotto falso nome), non lo ammorbidisce, anzi. L’autore vede scivolare “l’Italia nella tela del ragno” della penetrazione economica cinese e parla di un “espansionismo”con il “volto della minaccia tecnologica”. A Pechino, scrive Sangiuliano, invece del “rassicurante soft power” ora “si è scelto un altro messaggio,quello della superpotenza tecnologica e militare”. Per cominciare, tocca almeno saperlo riconoscere».
GIUSEPPE TORNATORE ESALTA IL MAESTRO ENNIO MORRICONE
All’Arena del Sole di Bologna presentazione di “Ennio. Un maestro” di Giuseppe Tornatore (Bagheria, 27 maggio 1956), editore HarperCollins. Con l’autore, il compositore Ennio Morricone e lo storico del cinema Emiliano Morreale. Valerio Cappelli ha scritto che Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore si sono incontrati la prima volta nel 1988. Da allora, Morricone è diventato (tranne una volta) il musicista dei film di Tornatore, il quale, in comune con i film di Sergio Leone, ha talvolta un certo tono epico… E d’ora in poi per il cinema comporrà soltanto per lui, Giuseppe detto Peppuccio.