Una passeggiata al mattino e una alla sera, i giochi al parco, qualche gita fuori porta nel fine settimana. E così Fido diventa un’occasione di benessere e salute: chi possiede un animale domestico ha il cuore più in forma rispetto a chi non ha in casa un quattrozampe. Lo segnalano gli esperti in occasione del 64° Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), a Roma dal 27 al 30 novembre, indicando che soprattutto per gli anziani un pet può essere un vero alleato per la salute: specialmente chi ha un cane si muove di più, è più attento alla dieta ed è mediamente un po’ più in forma rispetto a chi non ha un ‘peloso’ in casa e questo può diminuire in maniera consistente il rischio di problemi cardiovascolari. “Una recente ricerca condotta su quasi duemila persone ha confermato che possedere un animale domestico è positivo per la salute, specialmente se si tratta di un cane – spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG – I dati raccolti mostrano infatti che avere un pet porta a modificare in meglio il proprio stile di vita: la necessità di portare a spasso Fido, per esempio, fa sì che il 62% dei padroni faccia una quantità ottimale di attività fisica giornaliera, un altro 29% un movimento comunque sufficiente: chi non ha un cane si muove quanto dovrebbe nel 47% dei casi, arriva a una quantità di moto appena sufficiente nel 35%. Anche l’attenzione all’alimentazione è maggiore in chi deve prendersi cura di un pet: la dieta è ideale o comunque buona nel 91% dei proprietari di un quattrozampe, ma solo nell’83% di chi non ne ha uno. Questo miglioramento dello stile di vita si ripercuote su parametri come la glicemia, sensibilmente migliore nell’84% di chi ha un cagnolino contro l’80% di chi non ne ha uno, oppure i livelli di colesterolo, ottimali nel 45% di chi ha un cane e solo nel 40% di chi non ne ha”. Soltanto il fumo sembra più frequente fra i padroni di Fido, amanti della sigaretta nel 27% dei casi contro il 22%; nonostante questo, tuttavia, i dati mostrano che in generale gli elementi di rischio cardiovascolare sono meno presenti nei proprietari di animali domestici, che in media per esempio hanno un girovita inferiore e sono meno spesso ipertesi. Tenendo conto dei sette parametri per la valutazione del rischio cardiovascolare complessivo indicati dall’American Heart Association, ovvero livello di attività fisica, fumo, alimentazione, indice di massa corporea, pressione arteriosa, colesterolo e glicemia, chi possiede un cane ha perciò un ‘punteggio’ migliore rispetto a chi ha un altro tipo di animale domestico o non ne ha affatto. “I cani hanno bisogno di essere portati spesso a passeggiare, per questo sicuramente incidono in maniera positiva con lo stile di vita. I dati confermano peraltro ricerche precedenti secondo cui l’interazione con un cane riduce la pressione negli anziani – osserva Antonelli Incalzi – Non bisogna poi sottovalutare il benessere psicologico regalato dagli amici pelosi: gli anziani soli possono trovare in un fedele compagno di vita una ragione per uscire di casa ma anche un vero amico, trovando così un senso alle proprie giornate e un antidoto alla solitudine. Gli studi mostrano che gli over 65 che possiedono un cane o anche un gatto soffrono meno di isolamento sociale, hanno minori sintomi di depressione, ansia e deficit cognitivi ma pure un benessere psicologico maggiore e una significativa resilienza di fronte a eventuali disturbi neuropsicologici: un pet è infatti uno stimolo continuo anche per la mente e, se l’anziano è in grado di prendersene cura, ha certamente il potenziale per migliorare il benessere e la salute fisica e mentale del suo padrone”.