Nel 2018 il numero dei miliardari italiani è sceso di quasi il 20%, passando da 43 a 35: in totale hanno una ricchezza pari a 142,7 miliardi di dollari. A evidenziarlo uno studio sui ‘paperoni’ globali realizzato da Ubs in collaborazione con PwC, secondo cui l’anno scorso il patrimonio degli uomini più ricchi d’Italia (di cui il 46% è un ‘self made man’) è complessivamente sceso del 16%, facendo peggio della media mondiale. Di questi 35 miliardari, 3 sono new entry: 2 donne e 1 uomo, e hanno aggiunto 3,9 miliardi di dollari in “nuova ricchezza”; a livello settoriale, nel Paese, l’unico campo che è cresciuto è quello legato all’industria, che ha registrato un marginale del 2% (da 11,9 miliardi a 12,1 miliardi di dollari). “Il boom nella nascita di nuovi miliardari a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni ha subito una correzione naturale. Il dollaro più forte, nonché una maggiore incertezza dei mercati azionari in un contesto geopolitico movimentato, hanno creato le condizioni per questa decrescita. Tuttavia, a dimostrazione di come il loro business sia prospero, i miliardari continuano a creare e guidare imprese che superano costantemente gli indici dei mercati azionari. Questo talento si è riversato anche nelle loro attività filantropiche, dato che questa élite è sempre alla ricerca di nuovi modi per contribuire all’evoluzione ambientale e sociale. Il “Billionaire Effect” è forte ed in buona salute in tutto il mondo”, commenta Paolo Federici, a capo del mercato Italia di UBS Global Wealth Management. A livello globale, evidenzia ancora il lavoro di Ubs e PwC, la ricchezza dei miliardari è scesa di 388 miliardi, attestandosi a 8,5 trilioni di dollari: un passo indietro dopo 5 anni di crescita. Questo trend però si inverte nelle Americhe, dove c’è stato un leggero incremento della ricchezza, con 33 nuovi miliardari in 12 mesi. A guidare, a livello settoriale, è la tecnologia: i miliardari attivi in questo settore hanno visto la loro ricchezza aumentare più che in qualsiasi altro settore, grazie alle aziende già esistenti e ai nuovi protagonisti del mercato.