Nel film Carrisi cambia il libro e la sceneggiatura, Servillo e Hoffman due autentici fuoriclasse
DONATO CARRISI EVOCA GLI INCUBI NEL FILM “L’UOMO DEL LABIRINTO”
(di Cesare Lanza per il Quotidiano del Sud) Da ieri nelle sale “L’uomo del labirinto” di Donato Carrisi (Martina Franca, Taranto, 25 marzo 1973) con Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè e Vinicio Marchioni. Fulvia Caprara ha scritto su La Stampa: «Una ragazza rapita che riappare, dopo 15 anni, abbandonata su una strada, con una gamba rotta e la mente affollata di traumi spaventosi. Un “profiler” tenace e gentile, incaricato di interrogarla con l’obiettivo di farle tornare la memoria e scoprire che cosa le è accaduto. Un investigatore privato che, “sfidando la propria morte, può vedere cose che altri non vedono”. Un uomo-coniglio con gli occhi di fuoco, capace di ogni turpitudine». Nel suo secondo film, tratto da “L’uomo del labirinto” (Longanesi, dello stesso Carrisi) Donato Carrisi ha dato corpo a due dei suoi incubi peggiori: «I conigli sembrano animali tenerissimi, ma lo sono diventati solo da poco. I latini pensavano che fossero bestie magiche, li guardavano con sospetto per via della loro velocità, ritenevano che fossero in grado di spostarsi tra i due mondi e quindi di portare messaggi dall’Ade. Quanto ai labirinti, credo che siano luoghi del terrore per eccellenza, basta pensare a ‘Shining’ e poi io soffro di claustrofobia, quindi li temo particolarmente». Eppure, nel film la cosa che comunica più disagio è la mente umana, capace di partorire inganni molto più temibili di qualunque piano criminale: «Il mio personaggio di investigatore apparentemente incapace, un pò chandleriano – dice Toni Servillo (Afragola, 25 gennaio 1959), sullo schermo il detective Bruno Genko, sa di avere pochi mesi di vita, e per questo non teme di immergersi in ambienti infernali, che scatenano inquietudini morali, perché sono abitati da persone dedite al vizio».
TONI SERVILLO E DUSTIN HOFFMAN FACCIA A FACCIA NEL GRAN FINALE
Su un binario parallelo, in apparenza con lo stesso obiettivo di Genko, si muove il dottor Green interpretato da Dustin Hoffman: «Gli ho raccontato la storia – dice Carrisi: alla fine ha detto ‘wow’, poi mi ha fatto un sacco di domande e, quando gli ho rivelato che l’altro interprete sarebbe stato Servillo, ha accettato immediatamente. Erano anni che non recitava in un ruolo da protagonista. È stato straordinario: il primo giorno la convocazione sul set era fissata per le 7 e mezzo, lui è arrivato alle 6, e ho visto che si commuoveva girando per i viali di Cinecittà. Anche quando aveva finito i suoi ciak, restava sul set tutto il giorno, seduto accanto a me». Il faccia a faccia tra Hoffman e Servillo arriva sul finale, e Carrisi spiega di averlo inserito anche se non c’era né nel libro né nella sceneggiatura: «Davanti a quella scena ho fatto un passo indietro. Ho capito che lìc’erano solo loro: Toni, Dustin e il pubblico».
D’EUSANIO PROVOCA CICCIOLINA E ILONA MOSTRA IL SENO IN TIVÙ
«Mio figlio è innocente». Ilona Staller è tornata in studio a “Live – Non è la d’Urso”, questa volta per difendere il figlio denunciato per possesso di stupefacenti. Ma durante una discussione con Alda D’Eusanio (Tollo, 14 ottobre 1950) che moralizza sull’aumento del suo seno, provocatoria Cicciolina le dice: «Non vorresti vederle?», e poi si scopre per pochi secondi il décolleté. Immediato l’intervento di Barbara d’Urso che urla: «Alda, questo accade sempre quando ci sei tu». La D’Eusanio è originaria di Tollo (4000 abitanti in provincia di Chieti, in Abruzzo) ed è stata protagonista e conduttrice di molti memorabili programmi in Rai. All’occorrenza sa tirar fuori le unghie, come nei momenti migliori. E l’ex onorevole Cicciolina non è da meno. Quanto a Barbara D’Urso, una domanda sorge spontanea: era tutto combinato?