66 erbe medicinali più diffuse, dall’iperico alla lavanda; 35 disturbi di salute più comuni nelle donne, trattabili con piante, radici, foglie e fiori; 182 pillole curiose, che spaziano dalla ricetta da provare in cucina alle tradizioni popolari; 21 racconti di storie di pazienti che hanno seguito i consigli giusti; 448 pagine “a misura di donna” per risolvere o alleviare alcuni sintomi (dall’acne alla depressione, dall’anemia all’herpes passando per la vaginite), quando per esempio i farmaci non sono sufficienti, o quando proprio quei farmaci prescritti non vengono tollerati. Tutto questo e ancora di più ne “Il grande libro delle erbe medicinali per le donne” (Edizioni Sonda, 19.90 euro) che arriva domani in libreria. Appare come una guida ma è proprio un libro che ha tutti i numeri giusti per registrare il boom di vendite. Sbarca domani nelle migliori librerie d’Italia, quest’agile guida scritta a 4 mani dalla giornalista e autrice radiofonica Roberta Maresci, insieme alla naturopata Cindy Gilbert, che in Canada ha già venduto oltre 80mila copie. Unico nel suo genere, il volume ha il patrocinio della LILT, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori sezione di Roma, e del Comitato Nazionale Italiano Fair Play riconosciuto dal CONI, per la capacità di presentarsi come un valido strumento volto alle buone pratiche di benessere.
Maneggevole, ha una doppia consultazione: dalla patologia ai rimedi e dall’erba ai benefici tutti, rigorosamente a “misura di donna”. Doppia è anche la lettura, con un testo principale scritto su basi mediche rigorose e varie pillole curiose rendere più ritmica la fruizione. “Ogni informazione e curiosità è supportata dagli studi scientifici più autorevoli”, dice la Gilbert nell’introduzione. Ma nella giungla delle cure naturali, come districarsi? “Sei depressa? Iperico e rodiola migliorano il tono dell’umore. Hai mal di testa da ciclo? Combattilo con la corteccia del salice bianco. Produci poco latte per il tuo bambino? Il fieno greco è un ottimo alleato. Soffri di osteoporosi? Dopo la soia, scendono in campo il cardo mariano, la cimicifuga racemosa e il trifoglio rosso”, spiega Roberta Maresci, nome noto come conduttrice di programmi per RadioRai e per aver già affrontato con successo biografie di personaggi illustri del calibro di Mina, Callas, Raffaella Carrà e Wanda Osiris. “Donne, tutte anche loro con qualche disturbo di salute. Come Maria Callas, insonne, miope (fu la prima vip a indossare le lenti a contatto) e affetta da dermatomiosite, fu grafomane, ambiziosa, perfezionista e di grande carattere. Lo dimostrò sempre, soprattutto quando la sarta Biki disse che l’avrebbe vestita quando fosse tornata in atelier con 30 chili in meno. E così fu: colpita nell’orgoglio, la Callas reagì da leonessa. Con determinazione invidiabile si chiuse nella sua camera e iniziò una dieta drastica. Pare ingoiò una tenia per ottenere il vitino da vespa della Hepburn. Fu così che si trasformò da brutto anatroccolo in cigno. Divenne la regina del gossip e mamma per solo due ore (purtroppo), del figlio avuto dall’armatore Onassis.
Non è dato sapere di quali erbe medicinali facesse uso tanto la Callas quanto le altre dive che ho raccontato – prosegue Maresci – di certo, l’utilizzo della fitoterapia e della naturopatia è un fenomeno in forte crescita nel nostro Paese (oltre il 27 per cento). Se si pensa ad esempio alla passiflora, star delle vendite sottoforma di tinture madre, pastiglie e integratori, insieme a tutti gli altri rimedi che le piante medicinali offrono, hanno generato un mercato di 32,2 milioni di euro. Aloe, calendula e arnica sono invece i principi attivi più conosciuti dagli italiani che si rivolgono alla fitoterapia, un mercato costituito prevalentemente da farmaci sedativi, analgesici, antitosse, lassativi, epatoprotettivi e venotonici (comparto che vale 2,5 miliardi di euro ed è cresciuto del 6,4% in due anni)”. L’ultima moda? “Trionfa il Monascus purpureus, il lievito del riso rosso fermentato, usato già nell’antica Cina e oggi impiegato come regolatore del colesterolo (+12,7%)”, risponde la giornalista. “Due meta-analisi hanno dimostrato che l’aglio riduce il colesterolo totale e le lipoproteine a bassa densità (ldl, o colesterolo «cattivo»), se usato per più di due mesi”, scrive la Gilbert ne “Il grande libro delle erbe medicinali per le donne”. “Rimanendo in tema di colesterolo, nella scheda dedicata alla berberina, che non è un erba ma un alcaloide presente in numerose piante tra cui il berberis (Berberis vulgaris), l’uva dell’Oregon (Mahonia aquifolium), l’idraste (Hydrastis canadensis) e il sughero (Phellodendron amurense)”, spiega Roberta Maresci, “i suoi estratti sono una soluzione conveniente, sicuramente molto di più rispetto ai farmaci, soprattutto nei casi di sindrome metabolica, ma anche per malattie della pelle come l’acne, la psoriasi e l’eczema. Ma il rimedio è usato anche come cura per i disturbi al fegato, i calcoli biliari e l’epatite virale. Desta curiosità l’utilizzo del suo sapore amaro: stimola il funzionamento epatico e a volte viene inserito nelle formule per la cura della depressione per dare energia allo spirito e alle funzioni metaboliche del corpo: in poche parole, per rinvigorire l’animo”, conclude Maresci.