Finora non si era ancora visto un senatore prendere a prestito la Bibbia per menare fendenti a destra e manca nei confronti delle «donne che oggi sono al potere in Italia» e che di fatto «opprimono con la loro incapacità il popolo italiano». Non vuole entrare nel merito, fare nomi e cognomi, ma il senatore Domenico Scilipoti, ex parlamentare di Forza Italia – che sembra un po’ parlare come un predicatore evangelico – ribadisce con forza il concetto contenuto nel terzo capitolo del Libro del Profeta Isalia. «Penso che la profezia di Isaia sia applicabile all’Italia di oggi». E cioè che la presenza di donne in posti di comando sia sostanzialmente una rovina. «Basta guardarsi attorno per rendersene conto».
In pratica ce l’ha con la politica che si ferma agli slogan, con una classe dirigente sostanzialmente impreparata, ma soprattutto con la leadership femminile che, a suo parere, non sarebbe all’altezza della situazione, alla faccia delle quote rosa, del gender gap, del soffitto di cristallo. Nella sua intemerata non salva nessuna.
Scusi senatore ma con chi ce l’ha di preciso? «Di nomi non ne faccio e del resto basta guardarsi attorno. In ogni caso non ce l’ho con le donne vere che sono per me punti di riferimento, pensi che ogni volta che devo chiedere un consiglio vado da mia mamma che ha 98 anni. Le donne le stimo, sono stato anche un ginecologo, si figuri se voglio offendere la categoria, ma apprezzo solo quelle vere».
Ma quella citazione biblica non rischia di essere una offesa per il genere femminile in generale? «Assolutamente no. Era una constatazione del fatto che ci sono donne che guidano male tanti partiti. In ogni caso se lei osserva quello che sta accadendo vedrà che ci sono donne che opprimono il Paese». Scusi ma ai vertici ci sono soprattutto uomini, può essere dunque più preciso? «Mi riferisco a donne che non hanno le competenze per lavorare. La mia era una riflessione generale ma ho tanto rispetto per le donne, sia chiaro».
La profezia di Isaia contenuta nel terzo capitolo e scritta nel V secolo avanti Cristo, riferisce dei cattivi frutti raccolti dal popolo a seguito del disordine sociale, del rovesciamento dell’ordine stabilito, a causa del quale non c’è più disciplina, i figli contestano l’autorità dei genitori; le donne hanno la supremazia sugli uomini, «il giovane è arrogante con il vecchio», i valori morali e gli obblighi sono rigettati.
Franca Giansoldati, Ilmessaggero.it