Nel nostro paese si conferma il ricorso eccessivo al parto cesareo. Nel 2016 più di un parto su tre, infatti, è avvenuto per via chirurgica. In alcune regioni il tasso dei cesarei è molto più alto. Questi sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia – CeDAP 2016, pubblicato dal ministero della Salute. Nel report si evince, in particolare, che il 33,7 per cento dei parti sono avvenuti nel 2016 tramite taglio cesareo. Troppo considerato la soglia massima del 15 per cento stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità. Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate, in cui si registra questa procedura in circa il 50,9 per cento dei parti contro il 31,7 per cento negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere: si ricorre al taglio cesareo nel 27,8 per cento dei parti di madri straniere e nel 35,4 per cento dei parti di madri italiane. Nella maggioranza dei casi il taglio cesareo è stato eseguito nella classi a minor rischio, che includono in tutte le regioni una percentuale molto elevata delle nascite, “confermando la possibilità di significativi miglioramenti delle prassi organizzative e cliniche adottate nelle diverse realtà”, si legge nel rapporto.