Città del Vaticano – Mentre nel Parlamento italiano i cattolici si stanno rivelando incapaci di trovare un accordo in grado di stilare un testo legislativo sul fine vita per evitare che il 24 settembre si pronunci la Consulta, il Papa stamattina ha ribadito che l’eutanasia resta profondamente sbagliata. L’argomento viene affrontato di petto nel discorso preparato per gli oncologi ricevuti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolici. Ai membri dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) ripete ciò che per la Chiesa resta un punto fermo: «La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze dimiglioramento o non può più evitare il dolore».
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Al contrario, spiega il Papa, «l’impegno nell’accompagnare il malato e i suoi cari in tutte le fasi del decorso, tentando di alleviarne le sofferenze mediante la palliazione, oppure offrendo un ambiente familiare negli hospice, sempre più numerosi, contribuisce a creare una cultura e delle prassi più attente al valore di ogni persona».
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Ai medici chiede di non perdersi d’animo «per l’incomprensione che potreste incontrare, o davanti alla proposta insistente di strade più radicali e sbrigative. Se si sceglie la morte, i problemi in un certo senso sono risolti; ma quanta amarezza dietro a questo ragionamento, e quale rifiuto della speranza comporta la scelta di rinunciare a tutto e spezzare ogni legame!»
Il Messaggero