Una fiction Rai e le lodi di Ennio Morricone per il giovane pianista di Apricena
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud)
DA APRICENA, PROVINCIA DI FOGGIA ESPLODE PADULA, PIANISTA 18ENNE
Tiene banco la leggenda del giovane pianista di Apricena, un comune di 13mila abitanti in provincia di Foggia. Per la sua prima colonna sonora il talentuoso 18enne pianista e compositore, Carmine Padula, ha registrato tutte le composizioni nei prestigiosi ‘Abbey Rocchi Studios’ a Roma con l’Orchestra Roma Sinfonietta, noto ensemble che accompagna il premio Oscar Ennio Morricone, e all’Auditorium Arturo Toscanini della Rai di Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. I brani del giovanissimo artista pugliese saranno la colonna sonora della fiction di Rai Uno “Ognuno è Perfetto”, diretta da Giacomo Campiotti (regista della fortunata serie “Braccia – letti Rossi”), protagonisti Edoardo Leo e Cristiana Capotondi. La nuova serie del palinsesto autunnale della rete ammiraglia della Rai (in onda dal prossimo 24 novembre in sei puntate, produzione Rai Fiction e Viola Film) racconta le vicende di un gruppo di ragazzi con sindrome di down. Carmine Padula, nativo di Apricena, studia pianoforte e composizione al Conservatorio Umberto Giordano di Foggia. Ha all’attivo due album e oltre 90 pezzi per pianoforte e orchestra e tante collaborazioni con strumentisti e orchestre di fama internazionale. A valorizzare il suo talento è stato anche il festival «Time Zones», che sabato 21 settembre nel Chiostro di Santa Chiara a Bari, gli affiderà l’apertura della 34^ edizione del Festival delle musiche possibili, sezione «Ad Museum».
Come si sente a ritrovarsi, all’improvviso, protagonista dei mass media? «In realtà abbastanza sereno, non realizzo la portata dell’esposizione mediatica, così come l’essere andato a registrare, un anno fa a 17 anni, con l’orchestra e trovarmi a dirigere 70 professori d’orchestra. Spero di mantenere le promesse dopo le belle parole che stanno scrivendo di me e, soprattutto, spero di essere costante, una delle componenti fondamentali di un musicista. L’impegno, lo studio costante e, soprattutto, non sentirsi mai arrivati sono le prerogative principali».
COCCOLATO DA ENNIO MORRICONE ORA È PRONTO PER LA FICTION RAI
Com’è nata questa opportunità? «Il percorso è fatto di tante coincidenze, una di queste è stata proprio quello di incontrare a un mio concerto in Umbria (vicino ad Assisi) il regista Giacomo Campiotti. Alla fine della performance si avvicinò e mi chiese di fare un autografo ai suoi figli, poi mi chiese se volessi scrivere la colonna sonora per la fiction». Quale reazione dopo aver saputo di dirigere sue prestigiose orchestre? «Per me è stato una grande gioia, sono un fan sfegatato del maestro Morricone e, soprattutto, trovarmi negli studi davanti ai musicisti che lavorano con lui è stato emozionante. Poi, ho avuto modo di incontrare Morricone a casa sua, all’inizio mi ha un po’ analizzato per capire se ero competente, e mi ha detto pure: «Che brutto mestiere che ti sei scelto». Poi mi ha dato dei consigli: «La musica, prima di piacere al regista deve piacere a te, bisogna scendere a compromessi, ma non devi mai andare contro te stesso». Sei nato ad Apricena, è normale chiederti di Matteo Salvatore. «Mi dispiace che in vita non sia stato apprezzato come avrebbe meritato, la sua è una testimonianza grandissima: come da un piccolo paese si possa diventare grandi musicisti».
PAMELA PRATI NON ESISTE PIÙ, ORA SI RILANCIA COME PAOLA PIREDDU
Ogni giorno Pamela Prati (Ozieri, 26 novembre 1958) é in primo piano, alla ribalta. «Oggi sono Paola Pireddu. Sono caduta e ho provato a rialzarmi. Non è stato semplice e tuttora non lo è, ma quella Pamela non esiste più, e son dovuta tornare a essere Paola per trovare la forza e rimettermi in piedi. Paola è un nome semplice, dolce, forte. Ma è soprattutto il nome di una donna libera». Così dice Pamela Prati in un’intervista al settimanale ‘Oggi’, in edicola: dichiara di voler tornare a voler utilizzare il suo vero nome e di voler abbandonare il suo nome d’arte.La showgirl nega di essere irrisa e osteggiata per lo scandalo del finto matrimonio con l’inesistente Mark Caltagirone: «No, la gente mi comprende. Bisogna distinguere la tv, i social che sono irreali, dalla vita vera. E la mia vita è fatta di persone che mi fermano per strada e mi abbracciano. Che mi hanno compresa e fatto sentire amata». Di quello che è successo chi incolpa? «La mia fragilità. La perdita di mia sorella due anni fa mi aveva provata profondamente e, come tante donne, nella fragilità sono inciampata e ho battuto la faccia».