La carenza di offerta di abitazioni in vendita e in affitto è la caratteristica principale del mercato milanese degli immobili secondo l’osservatorio di Nomisma. Come si legge nell’analisi della società di ricerche, “Se fino allo scorso anno gli operatori del settore lamentavano la scarsa offerta limitatamente al centro e alle zone di pregio, vale a dire un’offerta per un target di domanda medio-alto, ora la valutazione è estesa a tutte le zone della città”.
Dopo aver toccato il punto minimo nel 2012 e 2013, le compravendite di abitazioni sono progressivamente cresciute fino ad arrivare ai 24.500 scambi registrati nel 2018 in città e ai 50.400 nell’intera provincia. Gli aumenti che si sono succeduti – per Nomisma – hanno permesso il recupero della quota di mercato erosa dalla crisi in città con un saldo negativo di appena 600 compravendite a fine 2018 rispetto al picco massimo. Il trend di crescita si conferma anche nel primo trimestre 2019 con un aumento tendenziale dell’11,3%. Riguardo ai valori immobiliari l’ultima variazione tendenziale è di + 1,9% dei valori medi di acquisto e del +2,2% di quelli della locazione.
Quanto al settore terziario – commerciale, ha fatto registrare un tasso di crescita tendenziale nel primo semestre dell’anno in corso pari a +5,9%. Gli scambi di uffici e studi privati sono cresciuti del 3,3% (nel 2018 sono avvenuti 1.153 scambi in città e 1.664 nell’intera provincia). Riguardo ai negozi e laboratori il tasso di espansione a Milano ha segnato + 12,5% nel 2018, ossia 1.913 scambi in città e 3.720 nell’intera provincia). I prezzi e i canoni di uffici e di negozi sono cresciuti per il secondo anno consecutivo, ad eccezione dei prezzi degli uffici che hanno invertito il segno solo nel 2019