Il marchio Adidas, tre strisce parallele applicate in qualsiasi direzione, «è nullo»: la società tedesca di abbigliamento sportivo fondata esattamente 70 anni fa, nell’agosto 1949, da Adolf Dassler, non ha, infatti, provato di aver «acquisito in tutto il territorio dell’Unione un carattere distintivo in seguito all’uso che ne era stato fatto», per il Tribunale dell’Unione europea. Che ha quindi confermato la nullità del marchio, secondo una sentenza pubblicata martedì.
La vicenda nasce nel 2014. L’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) aveva registrato le tre strisce in favore di Adidas per abbigliamento, scarpe e cappelleria. Il marchio era stato descritto da Adidas come «costituito da tre strisce parallele equidistanti di uguale larghezza, applicate sul prodotto in qualsiasi direzione». Nel 2016, però, la stessa Euipo aveva annullato la registrazione su domanda di dichiarazione di nullità avanzata dalla belga Shoe Branding Europe, sulla base del rilievo, privo (a suo dire) di qualsiasi carattere distintivo sia intrinseco sia acquisito in seguito all’uso. Secondo l’Euipo, quel marchio non avrebbe dovuto essere registrato. Adesso l’annullamento viene confermato dal Tribunale Ue, che ha respinto il ricorso di Adidas, indicando che le forme di uso che si allontanano dalle caratteristiche essenziali del marchio, come il suo schema di colori (strisce nere su fondo bianco), non possono essere prese in considerazione.
Pertanto, si legge nella sentenza, correttamente, secondo il Tribunale, l’Euipo ha escluso numerosi elementi di prova prodotti da Adidas. Il gruppo tedesco, primo produttore di abbigliamento sportivo europeo e secondo a livello mondiale, ha ancora la possibilità di appellarsi alla Corte europea di giustizia. In ogni caso la decisione del Tribunale è un duro colpo per il gruppo, che ha accusato forti perdite alla Borsa di Francoforte.
Corriere.it