Grande incognita la digitalizzazione
Appena uscito da un decennio tempestoso, il settore assicurativo torna a riveder le stelle. L’incremento nominale dei premi raccolti lo scorso anno ha toccato infatti quota 3.655 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2017 del 3,3%. E, con queste basi, lo sguardo rivolto al futuro ritorna sereno. È quanto riportano le proiezioni Allianz, che però escludono il settore Salute.
La parte del leone nella raccolta dei premi assicurativi, inaspettatamente, va a Stati Uniti e Giappone. Due economie “vecchie“, che però con un’espansione rispettivamente del 42% e dell’11% hanno fatto da motore per il settore in tutto il mondo. A sorpresa rallenta la Cina, che contribuisce alla raccolta nel 2018 soltanto per un timido 4%, dopo essere arrivata in passato a generare da sola anche il 60% della raccolta globale. Il dato del mercato cinese, tuttavia, è falsato da una stretta regolamentare sulla vendita da parte degli intermediari, in particolare modo per quanto riguarda il settore Vita.
In ripresa, nel frattempo, il mercato europeo, che torna infine ai livelli precrisi. A segnare l’incremento più sostenuto è stato soprattutto il comparto Danni, che ha registrato una crescita pari al 3,1%, il tasso più alto dal 2003.
Con queste cifre, il settore assicurativo può tirare un sospiro di sollievo. Caso emblematico è l’Italia, dove nel 2018 la crescita è stata in linea con quella europea — intorno all’1,9% — positiva e sostenuta, dopo otto anni di estrema volatilità: per molto tempo, la raccolta premi del settore Danni ha oscillato tra il -8% e il +6%, quella del reparto Vita addirittura tra il -18% e il +30%. Adesso, con una crescita generalmente stabile, le compagnie possono guardare con più serenità al futuro.
Per i prossimi dieci anni, infatti, le proiezioni Allianz vedono una crescita globale della raccolta premi del 5%. Nell’ultimo decennio l’aumento è stato soltanto del 3%.
Resta fonte di preoccupazione, in tutto il mondo, il settore Vita. La penetrazione assicurativa, cioè la cifra complessiva di premi raccolta in rapporto al prodotto interno lordo, è calata dal 5,6% del 2007 al 4,5% nel 2018. In sintesi, la spesa per la protezione assicurativa non tiene il passo con lo sviluppo dell’attività economica, anzi, diminuisce.
“Il declino dei premi Vita è grave”, commenta Michaela Grimm, economista di Allianz Research. “Naturalmente, il persistente contesto di mercato caratterizzato da bassi rendimenti gioca in questo un ruolo determinante“.
Il problema è stato infatti il cambio di redditività di questo tipo di investimenti. “Per i risparmiatori e per gli operatori finanziari ci è voluto troppo tempo per adeguarsi alla nuova situazione, probabilmente nella speranza di rivedere i tassi di interesse sui livelli del passato — spiega ancora Grimm —. Ma questo non accadrà. È pertanto necessario che il settore assicurativo Vita si renda maggiormente indipendente dall’andamento dei tassi d’interesse”.
Lo sguardo verso il futuro è rivolto al mercato asiatico, che rimane in forte crescita, ma resta una grande incognita: la digitalizzazione.
“L’Intelligenza Artificiale e le tecnologie ad essa collegate stanno entrando nei modelli di business”, spiega Patricia Paleyo, economista di Allianz Research. Gli effetti di queste tecnologie non sono prevedibili. Alcuni fattori, come un rafforzamento del risk management e il calo dei costi operativi, fanno pensare a un trend di rallentamento della crescita dei premi. Al contrario, il potenziale ampliamento dei clienti e lo sviluppo di nuovi prodotti portano a considerare la possibilità di una crescita.
Quale sia il futuro del settore assicurativo è difficile da dire, è finita la tempesta ma si naviga a vista.
Business Insider