Il gruppo Generali ha completato il programma di cessioni e ora pensa a effettuare acquisizioni nel settore assicurativo in Europa e nel settore dell’asset management, “abbiamo la cassa per farle”. Lo ha affermato l’a.d. Philippe Donnet, oggi in assemblea annuale rispondendo alle domande degli azionisti. “Abbiamo definito il quadro strategico e finanziario – ha detto – ovviamente vogliamo fare acquisizioni, vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra presenza e la nostra leadership in Europa, sono convinto che ci saranno opportunità”. Stesso obiettivo nell’asset management, dove “dobbiamo crescere a velocità più alta rispetto al resto del business del 15-20% e questo include opportunità di acquisizione. Abbiamo il capitale, abbiamo la cassa per realizzare operazioni”. Per quanto riguarda le cessioni, invece, “abbiamo completato il nostro programma di ottimizzazione geografica vendendo 12 società che non avevano dimensione critica, oltre a Generali Leben che aveva bassa redditività. Non ci sono progetti di altre cessioni, ma se vi saranno operazioni che possono creare valore le considereremo”. Le Generali sono un vascello “solido, veloce e moderno”, con un team di ufficiali di bordo “coeso e ambizioso” e con armatori – soci e investitori – “capaci di vedere e sostenere i promettenti orizzonti che ci apprestiamo a solcare”. Questa è la vision del gruppo del presidente del gruppo, Gabriele Galateri, che ha poi affermato:”La nave di Generali ha avuto bisogno negli ultimi anni di un intervento di manutenzione straordinaria e di rinnovamento, eseguito con disciplina e rigore, nonostante il contesto complesso, navigando in acque che si sono fatte sempre piu’ mosse”. La nave di Generali ha dalla sua Il ‘blocco’ dei grandi soci italiani che rafforza la sua presa sul gruppo triestino, arrivando a contare oggi in assemblea per il 26,78% del capitale presente. Lo scorso anno gli stessi quattro soci – Mediobanca, Caltagirone, Del Vecchio e Benetton – sommavano il 23,12% del capitale. Per il secondo anno consecutivo si è verificato quindi il ‘sorpasso’ sui fondi, in particolare quelli esteri, la cui quota in assemblea nel 2018 era pari al 22,91%, mentre oggi è del 20,5%. Il capitale presente in assemblea è pari al 55,8%, dato che costituisce un record nella storia della compagnia; nel 2018 il dato era pari al 52,87%.