Amazon sta rallentando. E lo sta facendo perché il fatturato da e-commerce non galoppa più come un tempo. In parallelo all’espansione del cloud di Aws, Jeff Bezos sta quindi guardando al lungo termine con una serie di investimenti che dovrebbero rilanciare anche il cuore della società. Ecco quali sono stati nel solo 2019.
1. Perché serve sostenere l’e-commerce
Amazon ha chiuso il primo trimestre 2019 con un fatturato di 59,7 miliardi, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Il ritmo è in calo, soprattutto perché tutto quello che non è cloud (cioè quasi tutto e-commerce) è cresciuto «solo» del 14%, contro il +41% di Aws. I servizi in cloud rappresentano il 13% del fatturato, ma la metà dei profitti operativi. L’altra metà arriva dagli affari negli Stati Uniti. Tradotto: tra prodotti e e-commerce, fuori dagli Usa Amazon ancora non guadagna e cresce meno (+9%). Bezos deve quindi consolidandosi in casa propria e sfruttando le potenzialità dei mercati esteri. Il gruppo non sta certo annaspando. È quindi al lungo termine che guarda, come dimostrano le mosse fatta in questi primi mesi dell’anno.
2. Consegne in casa anche se non c’è nessuno
Il 7 gennaio, Amazon ha annunciato una nuova gamma di funzioni e prodotti utili che dovrebbero spingere “Key by Amazon”. È un sistema che, grazie a un’app e a un `lucchetto intelligente´ permette agli utenti di ricevere i pacchi in casa propria. Il gruppo ha annunciato durante la trimestrale che il servizio è oggi disponibile in 50 città statunitensi. Gli abbonati di Prime possono anche scegliere (dal 23 aprile) l’opzione `Key for Garage´ per ricevere i pacchi in garage. Sono tutte soluzioni che dovrebbero semplificare le consegne. Ed è in quest’ottica che (oltre che nella spinta dell’hardware) Amazon ha acquisito le telecamere di sicurezza connesse di Blink (nel 2017) e speso un miliardo per i citofoni intelligenti di Ring (nel 2018).
3. Arriva il corriere robot
Il 23 gennaio, Amazon ha presentato Scout, il primo corriere robot. Il sistema di ordinazione e consegna non cambia, solo che alla porta arriva questo bauletto su ruote, simile a un «frigo portatile», mosso da energia elettrica. Raggiunge la meta in autonomia, camminando a passo d’uomo sui marciapiedi. Scout è un esperimento, lanciato solo a Snohomish County, nello Stato di Washington. I veicoli autonomi non sono pensati (almeno per ora) per sostituire interamente le consegne classiche: sarebbero utili per quelle brevi (ad esempio per portare la spesa dal supermercato a casa), oppure per il cosiddetto «ultimo miglio». In un sistema logistico sempre più capillare e con servizi di consegna che si danno battaglia per conquistare i clienti, è importante limare ogni minuto e ogni centesimo possibile.
4. Il router per la casa connessa
A febbraio Amazon ha acquisito per 97 milioni di dollari Eero. È una startup che produce router. Dovrebbe aiutare a semplificare la configurazione dei dispositivi intelligenti, tra i quali gli Echo. Gli smart speaker non sono solo una fonte di guadagno in sé: sono le «sentinelle» dell’e-commerce del futuro, con ordinazioni da fare a voce. Ogni investimento in Echo è quindi, almeno in parte, anche un investimento nel commercio elettronico.
5. Il mio giorno di consegne
Il 28 febbraio è il battesimo di Amazon Day. Gli abbonati di Prime statunitensi possono scegliere il giorno della settimana in cui ricevere le proprie consegne. È un modo per mettere insieme diverse spedizioni. Serve una grande organizzazione logistica, ma ci sono vantaggi per tutti. Per gli utenti ci sono tempi più precisi. Amazon, raggruppando le spedizioni, risparmia in carburante e imballaggi. Si riduce l’impatto sull’ambiente, ma diminuiscono anche i costi.
6. I prodotti di bellezza
Il 20 marzo, Amazon ha lanciato Belei, la sua prima linea di prodotti per la cura della pelle. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Amazon – è aiutare i clienti a spendere meno tempo e denaro alla ricerca delle giuste soluzioni per la cura della pelle». I cosmetici sono una prova di quello che già succede e Bezos auspica accada sempre di più: prodotti e servizi si sostengono e s’incentivano a vicenda. Sin dal lancio, infatti, la linea Belei non ha costi di consegna, neppure per quella rapida di Prime.
7. Spesa biologica e naturale
Sempre a proposito di intreccio tra diversi business di Amazon, il 10 aprile il gruppo ha esteso le consegne di Whole Foods (la catena di supermercati dei prodotti naturali e biologici) tramite Prime a nuove città: Asheville, Charlottesville, Columbia, Lexington, Little Rock, Manchester, Mobile, Naples e Savannah. Diventa così possibile fare la spesa nella catena acquisita da Amazon nel 2017 e riceverla a casa grazie alla rete dello stesso gruppo. L’opzione è disponibile adesso in 75 aree e promette di espandersi ulteriormente.
8. Una nuova logistica per i resi
Dal 2017, è possibile consegnare i resi di Amazon in un centinaio di punti vendita dell’insegna Kohl’s. Ad aprile, le due società hanno siglato una accordo che, entro luglio, dovrebbe estendere lo stesso servizio (gratuito) a tutti i 1.150 negozi del gruppo. Il reso può essere presentato anche senza il suo imballaggio. E così i negozi di Kohl’s diventano avamposti della rete logistica Amazon.
9. Addio pop-up store, via libera ai negozi fisici
La capillarità nella distribuzione e nel ritiro è uno dei vantaggi che spinge Amazon a puntare sui punti vendita fisici. All’inizio di marzo, il Wall Street Journal ha rivelato che il gruppo avrebbe chiuso (entro fine aprile) tutti i suoi 87 «pop-up store», negozi dove Amazon mette in mostra i prodotti con il proprio marchio che spuntano per poi chiudere dopo qualche mese. La chiusura è pensata per trasferire le risorse sui negozi fissi. Tra Amazon Books (librerie), Amazon 4-star (che vendono articoli con giudizi online positivi), Amazon Go (i supermercati senza casse) e Whole Foods, la compagnia di Jeff Bezos continua la marcia verso la creazione di una propria rete di punti vendita fatti di mattoni ma in continuo dialogo con il digitale. Che, oltre a costituire nuovi canali di distribuzione, tessono una rete logistica che potrebbe tornare utile per rendere le consegne sempre più veloci, efficienti e capillari.
10. Prime in un giorno
Tutto si tiene con l’annuncio fatto da Amazon proprio in occasione della trimestrale: sta investendo, tra aprile e giugno, 800 milioni per accorciare i tempi di consegna di Prime da due a un giorno. Il direttore finanziario, Brian Olsavsky, ha spiegato che Amazon si è già «incamminata su questa strada», sottolineando che sono in aumento i quartieri che già ricevono i pacchi nel giro di 24 ore.
La Stampa