La sua sfuriata contro Rossellini diventò una scena cult del cinema
Passionale e gelosa, inseguì il suo amato dopo l’ennesima scappatella. Lui sfruttò quella corsa disperata per il finale di «Roma città aperta». Cercava la fedeltà, ma ebbe sempre uomini traditori che la fecero soffrire
(di Cesare Lanza per LaVerità) Gelosa, insicura. Capricciosa, possessiva ed eccessiva, sola e abbandonata. Selvaggia! Sul temperamento di Anna Magnani, donna e attrice straordinaria, esistono testimonianze preziose. La rievocazione di Vittorio De Sica è magistrale: «Avevo sempre un po’ di timore a parlare con Anna, non si poteva mai sapere che cosa potesse ferirla. Era sensibilissima, piena di complessi, di ombrosità. La vita, questa sua vita infelice, colma di dolori, di dispiaceri intimi, i suoi uomini, il figlio malato, l’avevano resa diffidente, sospettosa; le era venuta una vera e propria mania di persecuzione. Mi ricordo una volta, andai a trovare Anna e Roberto Rossellini all’albergo Excelsior di Napoli. Li colsi dorante una lite furibonda. 11 motivo era questo: lei sosteneva che Roberto le aveva sferrato una bottigliata, non di dritto, come sosteneva lui, ma di taglio, come diceva lei. E diceva che Roberto la voleva uccidere, era un criminale. Questi litigi si ripetevano due, tre volte al giorno. Ma perché? Anna aveva bisogno di dare, di dare, di dare. E riteneva di non riuscire a dare mai abbastanza e di non ricevere mai abbastanza. Purtroppo la fedeltà a cui teneva tanto, Anna non l’ha mai ottenuta». Non meno significativo il ricordo di Colette Rosselli, moglie di Indro Montanelli: «Eira soprattutto una donna sola. Almeno così l’abbiamo conosciuta io e Indro. A noi ricorreva nei momenti di solitudine, o quando aveva litigato con la persona a cui in quel momento voleva bene. Allora ci telefonava. E prendeva le cose molto alla lontana: Anna Magnani, al di là della sua apparente e strombazzata aggressività, era timida e aveva molto pudore per le cose che la riguardavano. E alla fine della telefonata, dopo averci girato attorno, finalmente chiedeva: “Bé, stasera che fate? Posso venire da voi?”, “Certo, Anna”, “Chicciavete?”. Se dicevo che avevamo ospite una donna, Anna non veniva. Se dicevo invece che c’era un uomo, si combinava. Le donne non le interessavano, non si sentiva a suo agio con loro. In fondo la mia stessa amicizia con Anna è stata un’amicizia virile». Franco Zeffirelli: «Era l’incapacità di realizzarsi come donna nella vita che le dava questo assatanamento. E il lavoro le ha sottratto la vita. Anna era fragile, piena di incertezze. Avrebbe avuto bisogno di un uomo che si imponesse e la sottomettesse. Ma lei era Anna Magnani e come si fa a imporsi a lei? Me lo disse in una delle sue tante confessioni notturne: “Io sono una stronza, dovevo nascere contadina, fare 13 figli, scodellarli a mio marito e ogni volta che aprivo bocca quello mi riempiva la faccia di schiaffi. Questo era il personaggio mio. Invece mi son messa a far l’attrice, sono diventata Anna Magnani, un’infelice per sempre”». Di sé stessa lei ha detto: «Le donne come me si attaccano soltanto agli uomini con una personalità superiore alla loro. Ma io non ho mai trovato un uomo con una personalità capace di minimizzare la mia. L’unico era mio marito, Goffredo Alessandrini. L’unico, fra quanti ne ho conosciuti, che mi stimi senza riserve e al quale sia affezionata. Certo non furono rose e fiori anche con lui. Lo sposai che ero una ragazzina e finché fui sua moglie ebbi più corna io di un canestro di lumache».
Anna era nata a Roma il 7 marzo 1908. Sua madre, Marina Magnani, era una sarta originaria di Ravenna: dopo aver dato alla luce la piccola, la affidò alle cure della nonna materna Giovanna. Anna non conoscerà mai il suo padre naturale. Non è una bambina allegra, cresce senza i genitori. La mamma va ad Alessandria d’Egitto, dove sposa un facoltoso austriaco. Quando Anna, adulta, va in Egitto a trovare la mamma, spera di piacerle, indossa un cappello nuovo per l’occasione. Ma alla vista di quel cappello la mamma ride tantissimo e Anna non metterà più cappelli in vita sua. Gli amori, le passioni? Il primo è per il marito Goffredo Alessandrini, infedele e affettuoso. È la fine degli anni Trenta, lui si innamora di un’attrice ungherese, bionda, minuta, occhi azzurri, Olivia Fried: Anna se la trova di fronte e la insulta. Un cronista scrive: «Vide rosso. Era la prima volta che vedevo Anna litigare, litigava con violenta dignità, come se portasse a compimento un piano d’attacco, verbale e dimostrativo, meticolosamente studiato. Cerala calma, precisa, la calcolata scuola del pugnatore. Olivia ne era disorientata, non era padrona della lingua e molti graziosi epiteti le sfuggivano: tutti pittoreschi, geniali, personalissimi, molti coinvolgevano nell’anatema intere generazioni della rivale e Anna li sciorinava con la convincente grazia di un commesso che voglia a tutti i costi far vedere ciò che ha di meglio nel negozio». Dopo altri tradimenti Anna impazzisce, grida, si dispera, ma non le resta che dividersi. Tanti altri amori, nomi famosi. Massimo Serato, attore veneto di nove anni più giovane di lei. Alberto Sordi lo descrive come «un gran simpatico e soprattutto un grande amatore, idolatrato da tutte le giovani donne del tempo». E lui si lascia sedurre facilmente. Anna grida e strilla e piange, lui non sopporta grida e strilli e pianti. Unica variazione: lei rimane incinta. Nasce Luca, il 23 ottobre 1942. Quando il bimbo ha 3 anni si scopre che è affetto da poliomielite, deve andare in Svizzera per le cure. E Massimo Serato si innamora e si lega a un’altra donna.
Poi c’è la storia più celebre. Con Roberto Rossellini. Quando si conoscono, il regista è ancora legato all’amante Roswita Schmidt, che lo induce alla separazione definitiva dalla moglie, Marcella de Marchis. Durante le riprese di Roma città aperta, Rossellini ha un flirt con Carla Rovere. Ma Roberto è colpito da un evento tragico, la morte del figlio in seguito a un’operazione di appendicite. Questo dolore giocò un ruolo fondamentale nell’avvicinamento ad Anna Magnani, accomunata da una simile sofferenza. Rossellini è un altro donnaiolo, ecco nuovi dolori per Anna: «Esci fuori, esci fuori da lì sotto che te devo menà!», gridava. Rossellini la tradisce, si nasconde, è bugiardo… Ingrid Bergman gli aveva scritto chiedendo di essere diretta da lui… Quando arriva un telegramma di conferma per un appuntamento la Magnani si insospettisce e gli lancia addosso un piatto di spaghetti pieno di pomodoro e peperoncino. Non era la prima volta. Una sera, in una trattoria di Trastevere, in una tavolata di amici Anna aveva buttato in faccia a Roberto un piatto di pasta al sugo. Il grande regista se la svignò di corsa e saltò sulla prima camionetta che passava. Anna correndo lo inseguì fino a quando ebbe fiato. Rossellini non sprecava neanche un attimo fuggente dei suoi impulsi di ispirazione. E quella sfuriata in Roma città aperta diventò la scena cult in cui la Magnani corre dietro a una camionetta di nazisti e viene uccisa. È il 1948, Ingrid Bergman aveva scritto a Rossellini: «Ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo “ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei!». La storia con Anna si chiude con un crudele sotterfugio, il più vigliacco di tutta la carriera del regista. Sono all’Hotel Excelsior, lui dice che scende per portare a spasso i cani, nell’atrio li consegna a un cameriere e si dirige di corsa all’aeroporto. Va a Londra, dove la Bergman sta girando un film di Hitchcock. Le propone Stromboli, omettendo di dirle che la parte era già prevista per la Magnani. Ingrid lo invita a una festa a casa sua come ospite d’onore. A lui basta rimanere con lei, da soli, in cucina. Molti anni dopo la Bergman racconta a Renzo Rossellini, primo figlio di Roberto, che «forse lì, in cucina, era stato concepito Robertino», il bambino che nasce l’anno dopo. La produzione preferisce la Magnani, abbandona Rossellini e cambia il titolo del film in Vulcano. Così per tutta la calda estate del 1949 si svolse la «guerra delle isole»: a Stromboli la troupe di Rossellini conia Bergman, a Vulcano quella della Magnani. Con una gara a chi finiva prima.
Altri amori: con il giovane Gabriele Tinti, con Anthony Franciosa che ha 20 anni meno di lei, a seguire Marion Brando. I suoi film… Il debutto ne La cieca di Sorrento nel periodo dei «telefoni bianchi». Collezione ruoli di cameriera e cantante, prima di emergere per le sue eccezionali doti di interprete drammatica: Vittorio de Sica le offre Teresa Venerdì. Raggiunge la fama mondiale nel 1945, e vince il suo primo Nastro d’argento, grazie a Roma città aperta. Nel 1947 il secondo Nastro d’argento e il premio per la miglior attrice alla Mostra di Venezia con L’onorevole Angelina di Luigi Zampa. Ultimo film con Rossellini è L’amore, diviso in due atti. Il 1949 è l’anno della guerra dei vulcani, tra Anna e la Bergman. Nel 1951 il quarto Nastro d’argento con Bellissima, di Luchino Visconti. Il quinto e ultimo Nastro d’argento per Suor Letizia – Il più grande amore. Ma l’interpretazione riuscita meglio è ne La rosa tatuata, marzo 1956: è la prima interprete italiana a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista. Miglior attrice anche al Festival di Berlino per Selvaggio è il vento. vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice e verrà nominata per la seconda volta al premio Oscar, che però va a Joanne Woodward. Nel 1960 è accanto a Marion Brando in Pelle di serpente. Nel 1962 è la protagonista di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini. Poi molte delusioni. Muore a Roma il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, nella clinica Mater Dei, stroncata da un tumore al pancreas, assistita dal figlio Luca e da Roberto Rossellini, al quale si era riavvicinata. «Fu scossa da spasmi. Cadde in coma irreversibile, l’encefalogramma era piatto. Però il cuore batteva. Seguitò a battere per ore, per molte ore. Un cuore da astronauta», disse Rossellini.