Matteo Salvini è tra le 100 personalità più influenti nel 2019 secondo il Time, che affida il ritratto del vicepremier e leader della Lega a Steve Bannon.
“Venne, vide, andò in diretta su Facebook“. Inizia così il ritratto che Steve Bannon ha scritto per Matteo Salvini, inserito alla voce “leader“. Il vice premier e ministro dell’Interno italiano è per l’ex capo stratega della Casa Bianca “il più anti convenzionale dei politici, che ha condotto la più anti convenzionale delle campagne, un turbinio di comizi, discorsi, energia, tutto catturato in diretta sui social media, con un budget ridottissimo, con coraggio e determinazione”.
Il “messaggio” lanciato dal leader leghista, per Bannon è chiaro: “Bruxelles non avrebbe più dettato la politica di immigrazione; il ‘Partito di Davos’ non avrebbe più deciso sulla sovranità italiana; le elite europee non avrebbero più messo a tacere i cittadini italiani”. Per questo, scrive Bannon, “Matteo Salvini ha resuscitato l’orgoglio nazionale dell’Italia“.
La “vera visione” di Salvini, prosegue Bannon, è stata “formare un governo con gli anti establishment del Movimento 5 Stelle, facendo in modo che per la prima volta nella storia, una grande potenza industriale ha messo insieme la destra e la sinistra, i populisti e i nazionalisti”. L’esercizio del governo, scrive Bannon, “è stato difficile”. Al di là dei successi sul fronte immigrazione, “sulle questioni più impegnative, come l’economia e la direzione da imprimere al Paese, è stata molto dura”. Partendo da “origini umili”, Salvini è ora “il politico di cui più si parla in Europa, e entro la fine di maggio, dopo le elezioni parlamentari europee, potrebbe anche diventare il più potente“, conclude Bannon.
Salvini ha commentato la notizia alla Camera: “Ne sono orgoglioso, al di là del Time, sono orgoglioso della fiducia degli italiani”. “Vuol dire che male non stiamo lavorando. Poi dipende da chi sono gli altri 99”, scherza il ministro dell’Interno.
GLI ALTRI ITALIANI – Nella lista delle personalità più influenti del 2019 secondo il settimanale statunitense altri due italiani. Si tratta dello chef Massimo Bottura e del direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli.
RECORD DI PRESENZE FEMMINILI – Presenza record di donne nella lista dei 100. Sono infatti 48, a un soffio dalla metà esatta, le signore entrate a far parte delle personalità più influenti per il magazine americano. Nella lista del 2004, l’anno della prima pubblicazione, come ha ricordato oggi il direttore Edward Felsenthal, le donne erano 24. Presenze raddoppiate in 15 anni che “in qualche modo riflettono la nostra società, e l’anno straordinario per le donne scelte”, ha aggiunto.
E sono dedicate a donne quattro delle sei diverse copertine che la rivista. Tra queste spicca Nancy Pelosi, la speaker democratica della Camera, regista della vittoria dem alle elezioni di mid term, il cui ritratto è stato affidato a Hillary Clinton che la descrive come “la prova vivente del fatto che quando bisogna avere dei risultati, nella maggior parte dei casi è necessaria una donna”.
OCASIO-CORTEZ – Nella lista dei leader politici, non poteva mancare Alexandra Ocasio-Cortez, diventata l’altra faccia, di sinistra e anti-establishment, della vittoria dem che ha portato al Congresso un numero record di donne.
Il suo ritratto è stato affidato a Elizabeth Warren, senatrice e candidata alla Casa Bianca, che loda la pasionaria 29enne newyorkese per il suo impegno “forgiato nel fuoco di mettere il potere nelle mani del popolo” che l’ha fatta emergere “come una leader senza paura di un movimento che vuole dimostrare come debbano essere un’economia, un pianeta ed un governo nell’interesse di tutti”.
MICHELLE OBAMA – Ha finora resistito ai tanti inviti a entrare nella politica attiva, ma mai come quest’anno, in cui il suo libro di memorie ha venduto 10 milioni di copie, Michelle Obama si merita il suo posto tra i 100 più influenti. “Amare Michelle Obama non è stata una scelta, è qualcosa che è venuta naturale per il modo in cui si presenta”, ha scritto di lei Beyoncé, ricordando il primo incontro, in occasione del primo insediamento di Barack Obama nel 2009, con l’ex first lady.
“Per il modo in cui appariva, camminava e parlava, il tono affettuoso ma autorevole, rivedevamo in lei le nostre madri e sorelle”, ha scritto ancora l’artista sottolineando come Michelle sia diventata un simbolo di forza per le afroamericane.