Se un progetto ce l’ha ben chiaro in testa, è quello di non perdere tempo ed energie nelle scaramucce ormai quotidiane con gli alleati di governo. «L’obiettivo è diventare il primo gruppo europeo, il più numeroso. Abbiamo l’obiettivo di vincere e cambiare l’Europa», dice il segretario della Lega Matteo Salvini durante la conferenza stampa «Verso l’Europa del buonsenso. I popoli alzano la testa». Salvini respinge le polemiche coi 5 Stelle, che hanno criticato le loro alleanze in vista delle elezioni europee, riducendole a «polemiche locali»: «Noi stiamo preparando una nuova Europa un progetto grande. Con tutto il rispetto per le sensibilità altrui, le polemiche locali ci interessano poco». Le critiche di Di Maio – «Salvini fa alleanze con chi non rispetta l’Italia»- vengono derubricate a faccende storiche: «Sono stanco del dibattito fascisti, comunisti, destra e sinistra, non ci interessa e non interessa a 500 milioni di cittadini europei. Noi guardiamo al futuro, il dibattito sul passato lo lasciamo agli storici».
La famiglia «allargata»
Presentando gli ospiti di Afd, veri finlandesi, e Partito popolare danese, il segretario rivendica la sua volontà: «allargare la famiglia» e «andare al governo in Europa». E, avverte il vicepremier, «prima che qualche giornalista me lo chieda, tra noi non ci sono né estremisti né conservatori. Gli unici conservatori sono a Bruxelles». «Tenendo sempre presente quanto è successo nel passato, noi guardiamo al futuro, hi sta affossando il sogno europeo sono i burocrati, i buonisti e i banchieri che da troppo tempo sono al governo l’Europa».
L’elenco dei no
Ma è evidente che le alleanze alle prossime elezioni sono solo la punta dell’iceberg dei conflitti che ormai da settimane stanno tenendo banco tra Lega e 5 Stelle. La lista dei «tradimenti» dei 5 Stelle, a dire dei leghisti, è lunga: dal no nel codice degli appalti alle procedure negoziate fino a un milione per i Comuni piccoli al no ai termovalorizzatori, dallo stop alla castrazione chimica e ai voucher nel commercio e nel turismo, al blocco del rifinanziamento del tax credit per la ristrutturazione degli alberghi e della Asti-Cuneo. Fino allo scontro sulla flat tax: secondo Salvini, M5S dovrebbe dire di sì, visto che ha ottenuto il reddito di cittadinanza.
Valentina Santarpia, Corriere.it