Dopo l’ok al prospetto dell’ipo da parte della Consob arrivato nelle scorse ore, e il via libera di Borsa italiana all’ammissione a quotazione del 26 marzo, parte oggi il collocamento di Nexi con il roadshow dei manager nelle maggiori piazze finanziarie. L’offerta delle azioni del gruppo leader nel segmento dei pagamenti digitali (è l’ex CartaSi) terminerà l’11 aprile 2019, salvo proroga o chiusura anticipata. La data di avvio delle negoziazioni a Piazza Affari è prevista per il 16 aprile.
E, come anticipato da MF-Milano Finanza del 27 febbraio, lo sbarco in borsa avverrà tramite un collocamento privato riservato a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali all’estero. È anche prevista l’opzione greenshoe. La società guidata dall’ad, Paolo Bertoluzzo, è controllata da fondi di private equity Advent, Bain e Clessidra. Nexi, insieme alle banche partner, serve circa 890 mila commercianti e gestisce 1,4 milioni di terminali Pos e 41 milioni di carte di pagamento riferibili a circa 30 milioni di titolari.
La quotazione avverrà sia con un aumento di capitale per un controvalore massimo di 700 milioni, sia con la vendita di azioni da parte dei soci. In particolare, 125 milioni di titoli saranno ceduti da Mercury UK Holdco (la holding dei tre fondi di private equity) e 21 milioni dagli azionisti di minoranza Banco Bpm , Banca Popolare di Sondrio, Banca di Cividale, Credito Valtellinese e Iccrea Banca.
L’intervallo di prezzo va da 8,5 euro a 10,35 per azione, pari a un valore di impresa, inclusa la posizione finanziaria netta, tra un minimo di 7,1 miliardi e un massimo di 8,1 miliardi e una capitalizzazione tra 5,4 miliardi e 6,4 miliardi, compreso l’aumento di capitale di 700 milioni. E il controvalore dell’offerta è atteso tra circa 1,9 miliardi e 2,2 miliardi.
Il numero puntuale di azioni oggetto dell’offerta relativo all’aumento di capitale sarà determinato sulla base del prezzo di offerta, dividendo le richieste di sottoscrizione allocate all’aumento di capitale per il prezzo di offerta. Questo sarà determinato al termine del periodo di offerta secondo il meccanismo del open price, tenendo conto, tra l’altro delle condizioni del mercato mobiliare domestico ed internazionale e della quantità e qualità delle manifestazioni di interesse ricevute dagli istituzionali.
Sul mercato dovrebbe una quota tra circa il 41,5% e il 43,2% del capitale sociale. I proventi dell’aumento di capitale saranno impiegati per ridurre l’indebitamento finanziario del gruppo. La società ha inoltre perfezionato un nuovo contratto di finanziamento, condizionato al completamento dell’offerta per rifinanziare a migliori condizioni parte dell’indebitamento in essere post quotazione. Come ha segnalato MF Milano Finanza del 27 marzo, al momento, la quotazione di Nexi, in base alla forchetta di prezzo fissata, si confronterà per controvalore a Pirelli che nel 2017, con una raccolta di 2,275 miliardi, era stata la più grande ipo in Europa Occidentale.
A gestire la quotazione a Piazza Affari sono BofA Merrill Lynch, Banca Imi, Credit Suisse, Goldman Sachs e Mediobanca in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner, mentre Banca Akros, Barclays Bank, Citigroup, Hsbc, Mps Capital Services, Ubi Banca, Ubs e Unicredit sono joint bookrunner. Banca Imi e Banca Akros agiscono inoltre in qualità di sponsor. Evercore è l’advisor finanziario. BonelliErede e Linklaters forniscono l’assistenza legale a Nexi, rispettivamente, per gli aspetti di diritto italiano e per quelli di diritto americano e inglese.
Il cda del gruppo ha recentemente approvato il piano industriale 2019/2023 che prevede nel medio termine ricavi netti in crescita a un tasso medio annuo composto tra il 5 e 7% e un ebitda normalizzato in aumento a un tasso medio annuo composto tra il 13 e il 16%. La posizione finanziaria netta pro-forma a fine 2018 è di 2,418 miliardi (il rapporto posizione finanziaria netta/ebitda è di 5,7 volte) con un margine operativo lordo attorno ai 500 milioni e di ricavi operativi netti pari a 931 milioni.
Dopo la quotazione, la società prevede di realizzare progressivamente una politica dei dividendi con un dividend pay-out ratio target compreso tra il 20% e il 30% degli utili distribuibili e in ogni caso nel rispetto, tra l’altro, delle limitazioni previste dalla documentazione contrattuale sull’indebitamento finanziario del gruppo e delle esigenze finanziarie e di investimento della società. Nexi non prevede la distribuzione di dividendi a valere sul 2019.
Paola Valentini, Milano Finanza