Il poeta e scrittore torinese coinvolto nel progetto di Big G che sposa creatività e tecnologia: alcuni componimenti inediti, letti dall’autore, sbarcano sul sistema di intelligenza artificiale
CHISSÀ se, come si legge fra i versi de “La quiete prima della tempesta”, “un giorno, forse, gli uccelli voleranno nei loro sospiri e gli uomini rimarranno in silenzio”. Di sicuro c’è che i gadget inizieranno a declamare poesie. Dalla viva voce dei loro autori. Accade ora con l’Assistente di Google, operativo su una miriade di modelli di smartphone e su tanti dispositivi come gli assistenti digitali della serie Google Home e di terze parti, che ospiterà anche i componimenti (inediti) dello scrittore e performer Guido Catalano.
Certo, l’Assistente serve a ricordarci che ore sono, com’è andata l’ultima giornata del campionato di calcio, come si prepara l’uovo in camicia oppure prendere nota della lista della spesa. Senza contare le curiosità che può esaudire. Ma le sue potenzialità possono essere di gran lunga più artistiche e creative e la sua personalità – se di personalità si può parlare, per un sistema di intelligenza artificiale – è estremamente sfaccettata. Avete appunto mai provato a chiedergli di recitare una poesia? Si rimarrebbe sorpresi di sentire recitare “L’Infinito” di Leopardi o “Gelsomino notturno” di Pascoli, e perché no, anche un assaggio degli immensi Carducci e Foscolo. In questo caso, tuttavia, non dalla voce dei loro grandi autori.
A partire da oggi il sistema di Big G si avvicina ancora di più alla cultura popolare: oltre a una selezione di grandi classici si potrà infatti godere di una collezione di poesie inedite dell’autore 48enne torinese Catalano, che le reciterà direttamente sull’Assistente Google. Prima di diventare poeta di professione Catalano – che nel 2016 ha esordito anche in prosa col primo romanzo “D’amore si muore ma io no”, sottotitolato “il primo romanzo dell’ultimo dei poeti” – ha svolto molti lavori, compreso quello di correttore di bozze per Einaudi. L’esordio poetico è del 2000 con la prima raccolta battezzata “I cani hanno sempre ragione”. Nel 2005, del tutto in opposizione e spesso in polemica con l’ambiente accademico e poetico tradizionale, apre il suo blog a cui unirà un’intensa attività sui social network, i continui reading e le “poetry slam”, cioè sfide poetiche con altri autori. Il suo ultimo libro di poesia è uscito nel 2017: “Ogni volta che mi baci muore un nazista” mentre è appena arrivato in libreria il secondo romanzo “Tu che non sei romantica”.
Una mossa che rientra in una sempre più spiccata “umanizzazione” della piattaforma dell’Assistente vocale. Big G ha svelato che ormai da anni “nutre” i propri sistemi di migliaia di contenuti di ogni tipo, fra cui ovviamente i libri, con l’obiettivo di insegnare loro l’arte della conversazione. Insomma, non solo chip e algoritmi ma anche creatività e ambiti umanistici stanno al centro dello sviluppo della piattaforma. Tanto che, qualche anno fa, il Washington Posttitolava come fra i prossimi lavori caldi del futuro degli Stati Uniti ci fosse proprio quello del poeta. Viene quasi da ridere pensando proprio alle parole di Catalano. Sul suo blog si legge infatti che “a 17 anni ho deciso che volevo diventare una rock star. Poi ho capito che forse non ce la facevo e ho ripiegato su poeta professionista vivente, che c’erano più posti liberi”. In effetti, sembrerebbe essere andata proprio così.
In questo caso la collaborazione col surreale poeta torinese è meno integrata ma rientra pur sempre nella tendenze che vede i comunicatori di professione – poeti inclusi – arruolati dai colossi hi-tech per rendere l’interazione con questi dispositivi il più colloquiale possibile. “La sensazione è senz’altro positiva – risponde Catalano a Repubblica in merito alla curiosa esperienza – da anni utilizzo internet, prima il blog, poi i social, per diffondere ciò che scrivo. In generale, negli ultimi anni la poesia sta vivendo una piccola rivoluzione anche grazie ai social e credo che questa sia una buona notizia, soprattutto pensando che questo genere è sempre stato considerato un po’ “l’ultima ruota del carro”. Trovo interessantissimo che una forma antica come la poesia possa incontrarsi e interagire con gli ultimi ritrovati della tecnica e della comunicazione”.
La sua cifra distintiva è senza dubbio l’attività dal vivo: inarrestabile, lo vede quasi ogni sera in giro per l’Italia nei luoghi più disparati (e spesso affollatissimi), dalle librerie ai piccoli teatri fino a pub e birrerie o locali che ospitano di solito concerti, con divertenti spettacoli a metà strada fra reading di poesia e cabaret, provocazione e creatività. Su tutto, la semplicità dei suoi versi, finiti pure sul merchandising che vende online, e che hanno avvicinato nel tempo – e tramite il blog omonimo – un pubblico magari non proprio abituato a muoversi in questa forma espressiva.
Adesso Catalano fa un salto ulteriore nel suo approccio popolare, sbarca dunque anche su smartphone, tablet e smart speaker Google Home e Google Home Mini: basterà chiedergli “Ok Google, dimmi una poesia di Guido Catalano” e potrete scoprire che “Giulia Faceva le fusa di notte”. “Quando mi è stato proposto di scrivere delle poesie per l’Assistente, l’ho trovato un esperimento interessante – conclude il poeta – di tutte le poesie, tre sono state scritte facendomi ispirare da versi creati dall’intelligenza artificiale che, a sua vota, si ispirava alle mie poesie. Una sorta di ping pong poetico che ho trovato stimolante e molto divertente nel processo creativo”.
La ciliegina sulla torta? Basta provare a chiedere all’Assistente Google se è un poeta: sarà un punto d’orgoglio per lui dirvi di essere stato la musa ispiratrice di alcune poesie del performer torinese. All’utente scoprire quali.
Repubblica.it