I tecnici dell’Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche sono riusciti a raffreddare le unità di informazione di base delle macchine quantistiche per garantirne l’efficienza e aumentarne le prestazioni
Frigoriferi miniaturizzati per raffreddare i computer del futuro, i cosiddetti pc quantistici, basati sulla fisica che descrive il mondo delle particelle elementari. È la strada seguita da un gruppo dell’Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isc) in uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters (Prl).
I ricercatori sono riusciti a raffreddare le unità di informazione di base dei pc quantistici, i qubit, gli analoghi dei bit dei computer tradizionali. «I qubit – spiegano i ricercatori del Cnr – sono costituiti da singoli atomi, o minuscoli circuiti superconduttori, che per funzionare correttamente devono operare a temperature bassissime. Raffreddare i qubit di un computer quantistico – aggiungono – è, quindi, essenziale per garantirne l’efficienza», ma anche per aumentarne le prestazioni.
I futuri computer quantistici si basano sulle leggi che governano il mondo dell’infinitamente piccolo. Una delle stranezze della fisica quantistica, spiega una delle autrici dello studio, Paola Verrucchi, è che «se si osserva un sistema quantistico con un apparato di misura, lo si altera». È come se l’apparato sperimentale stesso interagisse con l’oggetto osservato. «Come fa un bambino che – spiega Verrucchi – di fronte a un corpo sconosciuto non si accontenta di guardarlo, ma cerca di toccarlo, annusarlo, assaggiarlo. Nel nostro studio – ha rilevato – abbiamo sfruttato questo aspetto della meccanica quantistica per alimentare nanomacchine da impiegare come minuscoli frigoriferi. In questo modo – ha concluso – è possibile mantenere freddi e funzionanti i dispositivi sui quali si basano le moderne tecnologie quantistiche».
La Stampa