Poche parole nascoste tra le pieghe di un comma della legge di Stabilità possono essere sufficienti per cambiare – in peggio – la vita di chi ha subito un incidente sul lavoro. Nel testo approvato a fine anno infatti è stato cambiato il meccanismo attraverso il quale l’Inail si rivale sui responsabili di un incidente sul lavoro (o sulle assicurazioni): da quest’anno l’ente previdenziale sarà autorizzato a riscuotere somme “a qualsiasi titolo e indistintamente” pur di recuperare la somma pagata all’infortunato.
Significa che, pur di recuperare quanto erogato, Inail potrà pretendere anche cifre che non ha mai versato, come quelle relative ai danni morali. Il risultato? La vittima dell’infortunio potrebbe non riscuotere mai quel denaro. Una norma che secondo diversi esperti è incostituzionale: il danno alla salute infatti è tutelato in più punti della nostra Carta.
Come funzionava prima. Quando una persona subisce un infortunio sul lavoro – o mentre sta andando al lavoro – può patire tre tipi di danno:
- patrimoniale (perché, ad esempio, durante la convalescenza non può lavorare e non percepisce reddito);
- biologico (il danno fisico);
- morale (la sofferenza e tutte le difficoltà legate al danno fisico).
I primi due tipi di danno vengono risarciti da Inail che poi, attraverso il meccanismo della “surroga”, si rivale sul responsabile; il danno morale invece viene pagato direttamente dal responsabile (nella maggior parte dei casi il datore di lavoro).
“Fin qui il meccanismo si è dimostrato efficace. La vittima di infortunio aveva una doppia tutela, quella dell’ente assistenziale integrata con l’obbligazione risarcitoria del responsabile” spiega l’avvocato Filippo Martini del comitato scientifico di Ridare portale di Giuffrè Francis Lefebvre. La surroga, infatti, serve all’ente per rimpinguare le proprie casse, “altrimenti la provvista patrimoniale dipenderebbe solo dai contributi obbligatori a carico del datore di lavoro”, spiega ancora Martini.
Il principio, insomma, è giusto. Ma nel corso degli anni numerose sentenze hanno ribadito che questo meccanismo di recupero non deve, comunque, mai ridurre la cifra dovuta alla vittima “non altrimenti risarcita”.
Cosa cambia. Ed è proprio qui che interviene la legge di Stabilità, che ha tolto ogni paletto al potere di rivalsa di Inail. Fermo restando che il danno morale continua ad essere a carico del datore di lavoro, Martini fa un esempio concreto di come sono cambiate le cose.
“Supponiamo che una persona subisca un infortunio; il giudice individua un danno biologico e morale da 50 l’uno. Non c’è danno patrimoniale perché il lavoratore è assunto e continua a percepire il suo stipendio. A questo punto, Inail verserà comunque 100: per il danno biologico ma anche per quello patrimoniale: deve farlo per legge a titolo di indennizzo, anche se il giudice non lo ha riconosciuto”. La vittima dovrebbe ricevere i 50 di danno morale direttamente dal datore di lavoro. Ma quei soldi non li vedrà mai. Perché se prima Inail aveva titolo solo per recuperare 50, ora può recuperare l’intera cifra. “Ed è così che il danno morale non arriva nelle tasche del lavoratore infortunato, perché la legge consente a Inail di recuperare quanto speso a qualsiasi titolo” precisa Martini.
Ma il danno morale non dovrebbe, comunque, essere liquidata dal datore di lavoro? È esattamente ciò che accade, solo che quei soldi anziché andare alla vittima finiscono direttamente nelle casse di Inail, né il datore può essere obbligato a pagare in più rispetto a quanto stabilito dal giudice.
E adesso? Martini non è l’unico giurista a ravvisare profili di incostituzionalità in questa norma. Del resto già nel 1991 la Suprema Corte aveva stabilito il principio per il quale “le finalità perseguite con l’attribuzione dell’azione di surroga non possono mai risolversi nel pregiudizio di valori costituzionalmente garantiti, quale è il diritto alla salute”. Il Parlamento, però, la pensa diversamente: per salvare le casse di Inail vale tutto. Eppure sono state le stesse leggi di Stabilità degli anni precedenti a creare questa situazione: “La legge appena approvata ha ridotto ancora di più i premi assicurativi versati dalle imprese a Inail: fino a 1,5 miliardi di euro in tre anni. Per bilanciare questi tagli sono state quindi previste misure come questa” dice il giurista, sulle spalle di chi ha subito un danno sul lavoro.
Ma c’è di più, il nuovo principio è retroattivo. Si applica a tutti gli infortuni ancora non liquidati. Molte cause in corso si sono quindi bloccate e i contenziosi stanno cominciando a fioccare.
Federico Formica, Repubblica.it