Molte medie imprese italiane non hanno ancora colto le opportunità offerte dalla digital economy, una su quattro infatti, non ha ancora preso in considerazione il web come strategia di marketing. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Adnkronos sull’indagine curata da Mediobanca e Unioncamere, presentata nei giorni scorsi a Roma.
Si tratta di un dato sorprendente per circa 3.500 imprese che hanno tra i 50 e 499 lavoratori e un volume di vendite non inferiore a 16 milioni di euro fino a 355 milioni. Nonostante il 58% di esse utilizzi attivamente la Rete per aumentare il volume di affari e di queste il 46% vende anche attraverso e-commerce, avendo scoperto in questo canale una graduale integrazione rispetto alla vendita tradizionale, visto che nei tre quarti dei casi il fatturato online supera il 10% del totale.
Ma tornando a chi non capta le potenzialità del web risulta che una buona fetta di queste, quasi un quarto (22%), trova ostacoli a livello organizzativo. A conferma di ciò la scarsa conoscenza di Impresa 4.0 da parte del 34% ancora nel 2019, la stessa percentuale rilevata nel 2017, mentre passi avanti si registrano sul fronte di chi ha introdotto la rivoluzione digitale, passando dal 7% al 20%.
Quanto agli investimenti in materia di innovazione lo scenario appare con luci e ombre. Nel 2018 il 52% delle medie imprese ha effettuati investimenti, ma nel 2019 ben 7 su 10 prevede di non farne di ulteriori e il 27% invece di aumentarli. Si parla per la maggior parte di innovazioni di processo, di prodotto (67% e 65%) e organizzative/gestionali (64%) e 57% di servizio.
Parlando di prospettive a breve-medio termine, nell’arco di 5 anni, tra chi sta affrontando la rivoluzione digitale, il 42% degli imprenditori italiani confida che l’azienda avrà più successo da un punto di vista economico e il 37% crede che competenze e mansioni dei dipendenti saranno modificate.
La produttività degli occupati però aumenterà solo per il 14%, e l’impatto occupazionale per la maggior parte rimarrà lo stesso (66%) mentre si equivalgono i pareri su un possibile calo dell’occupazione (22%) o viceversa sull’aumento (22%). Un’occupazione che comunque dovrebbe marciare verso una maggiore qualificazione per il 19% degli industriali.
Adnkronos