Prezzi in calo del 4,5% per le carni ad inizio anno rispetto a dicembre, mentre continua la corsa per Grana e Parmigiano. Lo segnala l’indice Unioncamere e Bmti dei listini all’ingrosso, nel precisare che a guidare i ribassi sono state le carni di pollame. Complici l’ampia offerta e i consumi ridotti, i prezzi del pollo hanno perso il 18,1% in un mese, mentre per la carne di tacchino il calo è stato dell’11,6%.
Forte è anche il ridimensionamento rispetto allo scorso anno, con rispettivamente del 22,6% e del 13,3%. Giù anche i listini delle carni suine, con -9,2% rispetto a dicembre e -14% rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda l’agnello i prezzi hanno ceduto l’1,5% su base mensile, pur confermandosi ben più elevati rispetto a dodici mesi fa (+29,6%).
In rialzo, invece, il comparto lattiero caseario con prezzi all’ingrosso dei formaggi stagionati con +8,1%, trainati da Grana Padano e Parmigiano Reggiano; rispetto allo scorso anno segnano +15,9%. Cala invece il latte spot, che, dopo il -2,7% di dicembre, ha subito a gennaio un ulteriore -3,3%. I prezzi attuali si mantengono comunque più alti rispetto all’anno precedente (+19,5%). Avvio d’anno negativo anche per i prezzi delle uova (-3,7%), ben al di sotto dei livelli segnati dodici mesi fa (-19,9%). Invariato il comparto degli oli e grassi, mentre resta positivo il confronto con lo scorso anno (+17%).
Tra le materie grasse, calano i prezzi del burro (-2,2%), più bassi anche nel confronto con l’anno precedente (-7,4%). Tra i prodotti della filiera cerealicola, ulteriori segnali di rialzo si sono registrati per la semola (+2%), in linea con gli aumenti per il grano duro. Positivo l’avvio d’anno anche per il prezzo del riso (+3,1%), in forte crescita anche rispetto a dodici mesi fa (+36,6%).
ANSA