A Palermo sono finite persino le ambulanze. Il picco influenzale manda in tilt i pronto soccorso cittadini e i mezzi di soccorso restano per ore “sequestrati” nelle aree di sosta degli ospedali, in attesa della restituzione delle lettighe. La centrale operativa del 118 Palermo-Trapani ha dovuto richiamare le ambulanze di stanza a Vicari, Marineo, Pioppo e Capaci, in aggiunta alle 18 di Palermo, per far fronte alle chiamate.
All’ospedale Civico di Palermo da stamattina sono già arrivate 12 ambulanze. Molte con pazienti con frattura al femore o all’anca. Il reparto di Ortopedia registra già il tutto esaurito e alcuni pazienti sono stati rimessi in ambulanza e trasportati al vicino Policlinico per l’intervento chirurgico che – secondo le indicazioni ministeriali – va garantito entro 48 ore.
Il 118 dispone di 52 ambulanze tra Palermo e provincia. Di queste, 18 sono di stanza in città. Ma da una settimana la centrale operativa, oberata dalle richieste di soccorso, è costretta a richiamare i mezzi da fuori città. Le ambulanze – spiegano dalla centrale – rimangono per molto tempo parcheggiare nelle aree di sosta degli ospedali perché nei pronto soccorso sono finite persino le barelle e quindi i pazienti trasportati non possono essere sistemati. Le situazioni più allarmanti a Villa Sofia, dove sabato c’erano oltre 20 pazienti in attesa di ricovero e due soli posti letto liberi, e all’ospedale Cervello.
Appena una settimana l’assessore alla Salute Ruggero Razza ha scritto una circolare per tutti i commissari straordinari delle 18 aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche, invitandoli a mettere in pratiche le direttive anti-caos emanate dall’assessorato alla Salute. Tra queste, la creazione di una cabina di regia provinciale dei bed manager, ovvero i responsabili aziendali della caccia ai posti letto, e il ricovero nelle cliniche private i pazienti che giungono al pronto soccorso.
Giusi Spica, Repubblica.it