Cala la cassa integrazione nel 2018, anche per effetto delle nuove norme sull’uso degli ammortizzatori sociali, ma crescono le domande di disoccupazione e per le opposizioni il dato è figlio della pieno operatività del Decreto Dignità. Resta positivo il trend dei contratti stabili.
E’ la sintesi dei dati pubblicati dall’Inps, che ha aggiornato i suoi Osservatori sulla cassa e sui contratti di lavoro.
Con l’ultimo aggiornamento, l’Istituto chiude le rilevazioni sul 2018 per quanto riguarda la cassa integrazione: l’anno scorso le aziende hanno chiesto 217,7 milioni di ore di cig, con un calo del 38% rispetto al 2017. D’altra parte, a seguito del Jobs act e dei suoi decreti attuativi sono cambiate le regole sulla durata massima dell’ammortizzatore. Tra le altre cose, la durata massima per la cassa ordinaria e straordinaria è stata limitata a due anni nel quinquennio mobile (30 mesi per l’edilizia). Questa ed altre modifiche, annota lo stesso Inps, rendono difficile il confronto tra anni. Si deve leggere in questa filigrana il fatto che il 2018 si sia chiuso al livello più basso dal 2007 (quando furono 184 milioni) mentre nel 2008, anno di inizio della crisi economica furono 228 milioni. A dicembre sono state chieste 14 milioni di ore con un calo del 37,6 su novembre e del 29,4%% su dicembre 2017.
Per quanto rigarda le domande di disoccupazione, a novembre sono arrivate all’Inps 223.728 domande con un aumento del 5,2% sullo stesso mese del 2017. Nei primi 11 mesi sono arrivate all’Istituto 1.917.717 richieste di disoccupazione con un aumento del 6,2% sui primi 11 mesi del 2017. Si tratta del dato peggiore dal 2015 quando le richieste complessive tra gennaio e novembre furono 1.972.520. Numeri che per Federconsumatori rappresentano “l’emergenza occupazionale nel nostro Paese in tutta la sua gravissima evidenza: il mercato del lavoro è caratterizzato da crescente instabilità e precarizzazione, una tendenza a cui è urgente porre rimedio con interventi incisivi”.
E sui quali monta la polemica del Pd, espressa tra gli altri da Chiara Gribaudi: “Novembre, il mese in cui è entrato pienamente in vigore il Dl Dignità, ha registrato un aumento del 5,2% delle domande di disoccupazione”, attacca la vicecapogruppo alla Camera. “Se Luigi Di Maio non riesce ancora a fare 2+2, lo traduciamo per lui: significa oltre 10mila lavoratori ai quali i contratti non sono stati rinnovati e che per questo hanno dovuto chiedere la Naspi. Qualche mese fa diceva che non c’erano prove che il suo decreto fosse dannoso, ma ormai ogni bollettino statistico ci dà una prova univoca che si chiama disoccupazione”.
Nell’Osservatorio sul precariato, infine, l’Inps fa il punto sulle assunzioni e traccia una crescita nei primi 11 mesi del 2018: tra i dator di lavoro privato sono state 6.890.000 (+5%) a fronte di 6.265.000 cessazioni (+8,8%) con un saldo positivo di 625.000 contratti. Tra gennaio e novembre, la variazione netta sui rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno le cessazioni) è stata positiva per 231.677 unità. Il risultato è stato positivo soprattutto grazie al boom delle trasformazioni di rapporti a tempo indeterminato (+69,3%).
Repubblica.it