Giacomo Leopardi nel 1822 vi passò un periodo di “studi matti e disperatissimi” e ne lamentava gli spifferi. Oggi non entrano più refoli dalle fessure: gli infissi di Palazzo Mattei di Giove, in via Caetani a Roma, sono ermetici. A chi ama credere nelle realtà invisibili, non resta che immaginare i soffi degli spiriti di uomini illustri che qui hanno soggiornato, Leopardi in primis.
Lo storico palazzo è dagli anni ’50 sede del Centro di Studi Americani, un ponte culturale tra Italia e Stati Uniti. Conserva oltre 50 mila volumi (molti rarissimi, libri dal Cinquecento all’Ottocento), tra cui i primi scritti coloniali sul nord del Nuovo Mondo, tutti in via di digitalizzazione con Google Books. Un patrimonio unico di cui l’Italia, per non dire l’Europa tutta, deve andare orgogliosa.
Direttrice del Centro è, da pochi giorni, una professionista della comunicazione molto conosciuta, nel nostro Paese e all’estero: Carlotta Ventura. Ha preso il posto di Paolo Messa (fondatore di Formiche, prima rivista cartacea, oggi realtà editoriale declinata sul web e oggi responsabile rapporti istituzionali di Leonardo Company ex Finmeccanica) e viene dalla direzione centrale brand strategy di Ferrovie dello Stato e prima ancora di Telecom Italia e insegna Lobbyng alla Luiss. “Non è una brutta parola, vuole dire saper portare avanti le ragioni, aiutare il diffondersi di idee, creare alleanze alla luce del sole”, dice.
“Il Centro di Studi Americani è una piattaforma”, spiega Ventura. “Ospita circa 10 mila persone all’anno: vengono per ascoltare conferenze e dibattiti. C’è un evento al giorno, o quasi. Il board è costituito da professori e capi d’azienda e lavoriamo a stretto contatto con l’ambasciata Usa”. Presidente del Centro è Gianni De Gennaro (ex capo della polizia, dal 2013 presidente di Leonardo Company), presidente onorario Giuliano Amato (giudice della Corte costituzionale) e basta scorrere l’organigramma per leggere nel Consiglio di amministrazione nomi importanti dell’imprenditoria e del mondo economico e politico. Il centro coinvolge le istituzioni, ma mantiene totale autonomia rispetto ai governi.
“Stiamo cercando anche di mettere in piedi un hub di donne americane che partono, nel loro business, dall’Italia, continua Ventura, con focus sulla moda, sulla scienza, la diplomazia e la politica”. Il titolo dei pannel in programma sarà ‘womenthatbridgestheocean’, più o meno ‘donne che sanno fare da ponte tra Italia e Stati Uniti’. Collegare i due mondi e promuovere il dialogo resta la missione primaria del Centro. E di Carlotta Ventura, che lo dirige e lo sta potenziando.
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