Il Ministero della Salute dovrà promuovere al più presto (entro sei mesi) una campagna informativa sui rischi per la salute e l’ambiente legata alle corrette modalità d’uso di telefoni cellulari e cordless. Lo ha deciso il Tar del Lazio accogliendo parzialmente il ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog.
La storia
La campagna, sostiene l’Associazione, era stata preannunciata sette anni fa, “ma (come si legge nella decisione del Tar) nonostante il ragguardevole lasso di tempo intercorso non risulta essere stata ancora attuata”. Per i giudici amministrativi di primo grado “dagli atti depositati in giudizio risulta che già il 16 gennaio 2012 il Ministero della Salute, in riscontro ad una precedente richiesta di uno dei procuratori dell’Associazione ricorrente, aveva evidenziato che il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all’uso del cellulare fosse alla costante attenzione del Ministero stesso”.
Cosa si doveva fare
Nella stessa nota, il ministero aveva evidenziato che “il Consiglio Superiore di Sanità, in un parere del 15 novembre 2011, aveva rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare” e che lo stesso Consiglio Superiore di Sanità aveva comunque raccomandato di mantenere vivo l’interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema, suggerendo l’avvio di una campagna di informazione al pubblico”.
Il commento dell’esperto
«Allo stato attuale delle conoscenze non emergono evidenze consolidate che ci possano far pensare a un nesso causale tra l’utilizzo dei telefonini e l’insorgere di tumori, ma ci sono altri rischi legati alla salute a all’ambiente» afferma Roberto Moccaldi, responsabile del settore Medicina del lavoro del Servizio di prevenzione e protezione del Cnr, interpellato dall’Agi. «Di studi per capire se i telefonini fanno male se ne fanno tanti, da anni – commenta Moccaldi – perché l’argomento è di interesse centrale per la salute delle persone. Per quanto riguarda l’induzione a forme di neoplasia, si può dire che su 100 studi 95 sono negativi, escludono cioè il rischio, e 5 hanno fatto emergere qualche positività. Inoltre, le statistiche dicono che negli ultimi anni non è stato riscontrato nessun aumento dei casi di neoplasie della testa, che è il punto più vicino alla fonte di emissione. Possiamo dunque escludere di essere in presenza di un problema rilevante per la salute della popolazione. Ciò detto – avverte l’esperto del Cnr – e considerato che nessuna attività umana è a impatto zero, ci sono rischi legati all’utilizzo dei campi elettromagnetici che possono provocare riscaldamento ambientale e interferenze con apparecchiature medicali. Esiste inoltre – prosegue Moccaldi – un aspetto legato alle patologie osteoarticolari, ad esempio forme di sovraccarico, che possono verificarsi in chi utilizza spesso i cellulari o i tablet».
Silvia Turin, Corriere.it