Si era già visto qualcosa al Google I/O dell’anno scorso e ora, al CES di Las Vegas, il lancio ufficiale. L’Interpreter Mode presentato alla fiera della consumer electronics in corso nel Nevada, è la ciliegina sulla torta del Google Assistant e potrebbe (dovrebbe?) far preoccupare gli interpreti, quelli umani.
L’Interpreter Mode trasforma Google Assistant in un traduttore istantaneo e sarà disponibile da (quasi) subito sugli Smart Display e Smart Speaker che installano Google Assistant, come, per esempio, quelli di Lenovo, JBL e LG.
La scenetta che si è presentata davanti ai giornalisti invitati all’anteprima ha visto protagonista un concierge (vero) del Caesar’s Palace e un presunto turista tedesco, in realtà Phillip Klimke un dipendente Google.
Una volta configurato il Google Assistant sulla funzione Interpreter Mode dall’inglese al tedesco, basta pronunciare la frase e lui si occuperà di tradurre, a voce e in tempo reale, nella lingua scelta. Per configurarlo è sufficiente dirgli “Ok Google, fammi da interprete per il tedesco” e l’Assistant passerà automaticamente all’Interpreter Mode.
C’è da migliorare nella ritmo del dialogo
Successivamente partirà il dialogo con Assistant e, dopo ogni beep, si otterrà la traduzione della frase. Negli Smart Display, il testo sarà visibile anche sullo schermo.
La funzionalità software, una volta lanciata sugli Smart Device gestiti da Google Assistant, sarà estesa anche a smartphone e tablet Android e sarà disponibile in 27 lingue.
In verità, durante le prove dei giornalisti presenti, il dialogo non è stato proprio fluidissimo, si rischia di perdere il filo tra un beep e l’altro e, per stessa ammissione di Google, si deve perfezionare il ritmo del botta-e-risposta.
Google vede oltre Amazon
L’importanza che l’Assistant ha per Google è dimostrata dall’investimento che l’azienda ha effettuato in promozione a Las Vegas. Quest’anno lo spazio espositivo è tre volte maggiore di quello dei precedenti: si è partiti con un enorme manifesto pubblicitario “Hey Google” all’ingresso del Las Vegas Convention Center e con altre installazioni demo in giro per la città.
Attualmente, secondo Consumer Intelligence Research Partners, Alexa di Amazon ha in mano il mercato degli Smart Speakers con il 73% del totale e Google insegue con il 24%. All’annuncio dei 100 milioni di device Alexa venduti in periodo natalizio, Google ha risposto di aver raggiunto quota un miliardo di device dal 2016, con un incremento del 100% in più rispetto a maggio 2018.
Google ha dalla sua alcune “rendite di posizione” che possono far ben sperare su una crescita delle sue quote di mercato. In primo luogo, la piattaforma Google Assistant è stata adottata da molti produttori di hardware, più di quelli che hanno scelto Alexa. Inoltre, Google ha in mano il mercato degli smartphone e tablet Android che gli garantisce una maggiore diffusione dell’suo assistente rispetto ad Amazon.
Presto l’Assistant conquisterà i device IoT
Infine, c’è l’IoT. Già, perché un assistente vocale farebbe molto comodo su diversi dispositivi. Così Google ha presentato la piattaforma Google Assistant Connect, ovvero gli strumenti che sviluppatori e produttori di hardware utilizzeranno per installare Google Assistant nei loro prodotti. Come ha fatto Lenovo con il suo Smart Clock, oppure Whirlpool con il suo Smart Display KitchenAid.
L’obiettivo di Google è di smarcarsi velocemente dalla competizione con Amazon e dimostrare che Google Assistant sarà una vera e propria piattaforma a supporto di diverse attività umane. L’abbiamo visto all’ultimo Google I/O con Duplex, quando un Google Assistant prenotava un parrucchiere per conto del proprio “padrone” e lo vedremo anche con Interpreter Mode, non solo nelle conversazioni private.
Valerio Mariani, Business Insider Italia