Non è una fase preparatoria. Il 2019 sarà l’ultima scaletta della rampa di lancio verso i mestieri hi-tech del prossimo decennio. Lo dicono gli analisti. Secondo l’ufficio di statistica del Dipartimento del lavoro Usa, da oggi al 2030 nasceranno almeno una trentina di professioni, in gran parte hi-tech. Certo, automazione e intelligenza artificiale ridurranno i posti di lavoro in alcuni settori. Ma i nuovi mestieri bilanceranno l’emorragia e in alcuni casi vedremo professioni straordinarie, nuovi modi di convivere con le macchine. Secondo il Word Economic Forum, fra dieci anni il 65% dei bambini in età scolare avrà impieghi che oggi non esistono. Ecco alcuni mestieri che si imporranno.
Manager della sicurezza digitale. Virus, cavalli di troia e hacker attaccano ogni minuto milioni di computer nel mondo. Non è una novità. Ma con l’Internet delle cose il pericolo per la sicurezza personale è enorme e non solo per la distruzione di dati o la privacy. Pensiamo all’automazione delle auto. Case come Bmw, Mercedes, Fca, Honda hanno lanciato modelli a guida semiautonoma e controllabili anche via Internet tramite smartphone. Immaginatevi che cosa accadrebbe se un pirata informatico riuscisse a prendere possesso di una macchina telecomandandola a distanza.
Minatore di blockchain. La parola blockchain è diventato sinonimo di bitcoin, le monete virtuali in ottovolante sui mercati. Ma blockchain è soprattutto un sistema sicuro gestito da server potentissimi (e costosissimi soprattutto in termini di energia) che i «minatori» riescono a gestire scavando, appunto, a caccia di criptovaluta. È una professione che ha anche qualche primo esempio in Italia. A Calenzano, in provincia di Firenze, hanno realizzato una bitminer factory che, con server anche all’estero, gestisce un sistema di criptovalute. Siamo agli inizi, ma la professione promette buoni guadagni e soprattutto un futuro da inventare.
Psicologo per i cobot. Gli automi si moltiplicheranno a dismisura nelle fabbriche, nelle aziende e nelle case. I cobot, collaborative robot, avranno un’intelligenza artificiale sempre più evoluta e lavoreranno fianco a fianco con gli esseri umani, cioè noi, imparando dall’esperienza. Saranno anche «potenziatori» delle nostre funzioni e ci aiuteranno ad imparare meglio un mestiere. Alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa da diversi anni il professor Massimo Bergamasco sta realizzando automi capaci di insegnare ai giovani antichi mestieri e, ovviamente, anche a replicarli. Ma lavorare accanto agli umanoidi richiederà una preparazione non solo tecnologica, anche psicopedagogica. Quando gli automi riusciranno a parlare speditamente un buon «strizzacervelli» riuscirà a rendere più accettabile l’interazione tra uomini e macchine.
Contadino hi-tech. I computer da tempo stanno monitorando i campi coltivati e i robot (tagliaerba, raccogli olive, mietitrici ecc.) sono sempre più efficienti. Ma il contadino deve diventare un sorta di «ingegnere verde» per progettare, ad esempio, reti neuronali d’intelligenza artificiali in grado di calcolare il meteo e preparare il raccolto a ogni condizioni atmosferica. Anche l’energia rinnovabile, dei pannelli solari ed eolica, ha bisogno di nuovi progettisti per realizzare impianti intelligenti.
Ingegnere e medico delle stampanti 3D. La rivoluzione delle stampanti 3D, capaci di realizzare oggetti disegnati con programmi di grafica al computer, è soltanto agli inizi. Sarà possibile realizzare organi artificiali da trapiantare, personalizzati per ogni paziente. O micro-macchine capaci di lavorare in società come le api e le formiche, per realizzare progetti grandiosi grazie a software esperti di intelligenza artificiale.
Demiurgo dei Big data. L’elaborazione dell’enorme quantità di dati che ci arrivano con la Rete apre le porte anche alla realtà virtuale prodotta dai big data stessi. Un esempio? Alla Normale stanno realizzando Pandora, un sistema capace di realizzare in 3D anche un pianeta lontano per esplorarlo. Il demiurgo hi-tech costruirà un mondo parallelo e lo renderà virtualmente reale.
Marco Gasperetti, Corriere.it