Il progetto si chiama Muvt, che in pugliese vuol dire muoviti. In realtà è l’acronimo di Mobilità urbana vivibile e tecnologica, un programma nazionale sperimentale finanziato dal ministero dell’Ambiente che a Bari — al momento prima città in Italia — è diventato un incentivo a pedalare. L’esortazione a muoversi, quindi, calza a pennello. E può diventare una sorta di «reddito da pedalata». Perché dei 545 mila euro disponibili per attuare il progetto, 100 mila sono destinati al rimborso chilometrico per mille baresi (i primi mille che aderiranno al progetto) che dimostreranno di utilizzare le due ruote per gli spostamenti quotidiani da casa al lavoro. Più si pedala, più aumenta il rimborso, ma non più di 1 euro al giorno e non più di 100 euro in 4 mesi. Ma ad ogni scadenza mensile verrà riconosciuto anche un extra-bonus di 50 euro ai 10 baresi che avranno percorso più chilometri in bicicletta e, al termine della sperimentazione di 4 mesi, un ulteriore bonus di 100 euro ai primi 5.
Ci si può fare aiutare anche dalla pedalata assistita o dalle biciclette elettriche, ma in questo caso il rimborso si dimezza, da 20 a 10 centesimi a chilometro per i tragitti casa-lavoro — quelli più incentivati — e da 4 a 2 centesimi per gli altri percorsi cittadini. Ovviamente i mille baresi che puntano al «reddito da pedalata» dovranno consentire il monitoraggio degli spostamenti tramite una app da scaricare sullo smartphone e un dispositivo bluetooth da montare sulla ruota della bicicletta. E dovranno comprare una bici, perché la parte più corposa dei finanziamenti (400 mila euro) è destinata a contributi per l’acquisto di bici a uso urbano (non sportivo), nuove o ricondizionate, grazie a incentivi che vanno da 100 (per le ricondizionate) a 250 euro (bici elettrica o a pedalata assistita nuova) passando per i 150 euro per l’acquisto di una city bike tradizionale. «L’obiettivo — spiega infatti il sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro che è anche presidente dell’Anci — è raddoppiare nel 2019 le biciclette che circolano a Bari». Si parte da febbraio, dopo che entro fine gennaio verranno accreditati i fornitori di bici. A quel punto, ai baresi non resterà che pedalare.
Michelangelo Borrillo, Corriere della Sera