L’unico dei canali del mercato a presentare il segno positivo è il noleggio a lungo termine (+4,3%). Provvidenziale è l’ulteriore suddivisione che l’Unrae ci fornisce e che ci mostra come la migliore performance (+6,1%) sia quella del segmento delle cosiddette “captive”, ovvero di quelle società che sono diretta emanazione delle case automobilistiche. I dati parlano chiaro: da gennaio ad ottobre, 4 auto su 10 immatricolate a noleggio a lungo termine provengono dai bracci finanziari dei costruttori e non dalle società “pure” di servizio.
Un segnale chiaro che le grandi firme dell’automobile stanno spingendo per recuperare il tempo perduto in questo campo, magari anche ristabilendo contatti con il mondo del noleggio a breve termine, come dimostra l’acquisto di Winrent da parte di Leasys, società di NLT del gruppo FCA. Un segnale che ribadisce l’importanza dei concessionari nel processo di vendita delle automobili, anche quando non si parla di vendita vera e propria, soprattutto nel momento in cui il noleggio a lungo termine ha finalmente intercettato la domanda delle piccole aziende e degli individui, professionisti o privati che siano.
A questo proposito, il NLT continua a guadagnare terreno anche presso chi non può godere dei benefici fiscali dell’auto aziendale facendo emergere un altro fenomeno: gli italiani non solo sono pronti a rinunciare a mezza auto, attraverso le formule che permettono di pagarne a rate solo una parte, ma a tutta la vettura che guidano godendosela senza pensieri di sorta. È qui che le captive possono dire la loro per riportare i loro brand al centro della rivoluzione che sta trasformando l’automobile da bene a servizio.
Nicola Desiderio, Il messaggero