«Amo l’inglese ma qui si sta esagerando». Il ministro – non la ministra, come lei giustamente ci tiene a precisare ogni volta – Giulia Bongiorno lancia l’allarme. Che è questo: nella lingua della pubblica amministrazione, di cui è titolare, si esagera nel ricorso a parole e a espressioni – specialmente quando si parla di informatica – del vocabolario anglosassone. Che sono considerate più veloci, ma risultano invece meno chiare al comprendonio di tutti.
Da donna e politica intelligente, come è ovvio la Bongiorno non mira affatto all’autarchia linguistica. Sottolinea soltanto che la lingua italiana è ancora viva, ammirata sia qui sia all’estero e meritevole di essere coltivata anche nella pubblica amministrazione. Very good, verrebbe da dirle. Anzi, brava.
Marco Ajello, Il Messaggero.it