Dopo quasi dieci anni di attesa, i dirigenti scolastici, e quelli dell’intero comparto istruzione, ricerca e alta formazione (Afam), hanno un nuovo contratto. E’ stato firmato questa notte all’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale che contratta per il governo) dai sindacati rappresentativi del settore. Per gli oltre 6mila capi d’istituto in servizio si tratta di un contratto molto importante perché arriva dopo sei mesi di trattative e perché contiene una serie di misure che i presidi chiedono da anni. In primis, l’equiparazione della parte fissa dello stipendio a quella degli altri dirigenti del comparto: università, ricerca e Alta formazione artistica e musicale. Un intervento che porterà ad aumenti consistenti. I dirigenti scolastici hanno finora percepito stipendi ridotti rispetto ai colleghi dello stesso comparto.
Per Maddalena Gissi, a capo della Cisl scuola, “si tratta di un obiettivo di grande significato politico, da tempo perseguito e finalmente raggiunto con un contratto che anche per questo assume una rilevanza straordinaria. A ciò si aggiunge l’incremento derivante da fondi contrattuali, pari a 135 euro mensili, a decorrere da gennaio 2018”. Ma non solo.Esprime “soddisfazione” Francesco Sinopoli, della Flc per il ritorno alla contrattazione “di significative materie al tavolo negoziale: conferimento degli incarichi dirigenziali, valutazione, tutela della salute e sicurezza, formazione e aggiornamento sono tornate ad essere materie oggetto di negoziazione contrattuale, dopo che inopinatamente ci erano state sottratte dalla legge”. Ecco cosa cambia dal punto di vista economico.
La retribuzione fissa (le altre due variabili riguardano la complessità della scuole e i risultati raggiunti), per effetto di appositi stanziamenti della scorsa legge di bilancio, a decorrere dal 31 dicembre 2018 passa da 3.556,68 a 12.565,11. Ciò è stato possibile grazie ad appositi stanziamenti previsti per la dirigenza scolastica in legge di bilancio lo scorso anno. A questo si aggiungono gli aumenti contrattuali del 3,48% come per tutte le altre dirigenze e si traducono in 154,9 euro lordi mensili (135 netti) in più. “Nel testo contrattuale – sottolinea con soddisfazione Pino Turi, segretario generale della UIl scuola – viene sottolineato il valore dell’azione del dirigente scolastico nel promuovere e garantire la qualità dei processi formativi e valorizzata la connessione della figura del dirigente con la comunità scolastica”.
“Altro tema – proseguirono dalla Uil scuola – è quello legato alla sicurezza nei luoghi di lavoro, e dunque degli edifici scolastici”. Con questo contratto la responsabilità del capo d’istituto, finora quasi totale anche se a gestire gli immobili sono gli enti locali, è stata messa in relazione alle funzioni organizzative e gestionali che svolge lo stesso dirigente. Anche l’Anp, per voce del suo presidente Antonello Giannelli, esprime soddisfazione. “È un passo significativo – spiega Giannelli – nel percorso verso la perequazione retributiva completa e sono anche stati introdotti numerosi miglioramenti nella parte normativa con maggiori garanzie per la categoria”.
Salvo Intravaia, Repubblica.it