I primi risultati di un lungo studio finanziato dal National Institutes of Health statunitense dimostra un prematuro assottigliamento della corteccia cerebrale in quelli che passano più tempo di fronte ai display
Troppe ore trascorse di fronte agli schermi possono modificare lo sviluppo della struttura cerebrale dei bambini. Lo rivela uno studio, ancora in corso e di larga scala e durata, firmato e finanziato dal National Institutes of Health statunitense.
Le scansioni cerebrali di adolescenti che usano a lungo smartphone, tablet e videogame sembrano infatti diverse da quelle di utenti meno attivi. I risultati preliminari della ricerca, svelati in tv durante il programma 60 Minutes sulla Cbs, si basano sulle analisi svolte su 4.500 ragazzi fra i 9 e i 10 anni di età. L’indagine è agli inizi perché i ricercatori seguiranno questi ragazzi e altre migliaia coinvolti più avanti per un decennio. L’obiettivo è capire come le esperienze fatte e subite durante l’infanzia, incluso l’uso (o l’abuso) dei dispositivi digitali, possa influenzare il cervello, lo sviluppo emotivo e la salute mentale.
Dunque nel primo giro di test le scansioni cerebrali dei cervelli dei bambini che risultano trascorrere più di sette ore al giorno di fronte a un qualche schermo mostrano un prematuro assottigliamento della corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello dedicato all’elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo fisico e considerata la struttura più evoluta e complessa tra tutti i sistemi viventi.
Ovviamente è presto per trarre conclusioni, è la stessa Gaya Dowling, direttrice dello studio per conto del Nih, a ribadirlo: “Non sappiamo se sia davvero causato dal tempo trascorso di fronte agli schermi –ha spiegato al programma tv – e non sappiamo se sia un male”. Sarà così finché l’indagine non si dipanerà nel tempo: “A quel punto vedremo se ci sono esiti associati con le differenze che abbiamo individuato oggi”. Nuovi risultati saranno diffusi nel corso dei primi mesi del 2019.
ANSA