Dopo Asaii, l’azienda di Cupertino acquisisce una nuova società attiva da due anni nel mercato degli artisti emergenti
Apple va a caccia di talenti musicali. Senza sosta. La Mela ha acquisito Platoon, startup fondata da Denzyl Feigelson e Saul Klein, società che offre servizi digitali per far conoscere al pubblico musicisti e piccole etichette.
ARTISTI EMERGENTI:
Feigelson dovrebbe restare a capo della compagnia, che con tutta probabilità sarà utilizzata da Apple Music per individuare e scritturare artisti che non sono ancora entrati nell’orbita delle grandi case discografiche. Sul curriculum di Platoon tra i nomi degli artisti più celebri, scoperti nei suoi due anni di attività ci sono Billie Eilish, Stefflon Don e Jorja Smith (finiti poi sotto contratto con Interscope, Universal e Sony). L’interesse dell’azienda di Cupertino per la startup non è del tutto inattesa. Feigelson ha lavorato in Apple per 15 anni, contribuendo alla nascita e allo sviluppo di iTunes, ed è stato uno dei manager più stimati da Steve Jobs. Prima ancora aveva fondato “Artists Without A Label” (Awal), uno dei primi servizi che distribuiva i cd di artisti senza un contratto, gestiva i loro diritti d’autore e utilizzava le playlist digitali come strumento per promuovere le opere.
ANCHE ASAII:
Platoon non è la prima esperienza dell’azienda nei confronti del mercato dei musicisti emergenti. Già a ottobre aveva acquisito Asaii, una società che analizza i dati delle piattaforme musicali. È un’applicazione che raccoglie informazioni da servizi musicali e social media per orientare le scelte di marketing degli inserzionisti. Ma fa anche altro: scandaglia i dati per intercettare gli artisti emergenti. Una sorta di talent scout. Asaii afferma di porte scovare un talento “10 settimane o un anno” prima di chiunque altro, consentendo così di scoprire “il prossimo Justin Bieber”. L’acquisizione di Platoon e Asaii potrebbe indicare che Apple Music non voglia limitarsi a essere una piattaforma di streaming. L’obietto sembra quello di diventare anche un produttore e distributore che (in parte) affranchi la Mela dalla dipendenza dalle grandi etichette discografiche.
Diana Tartaglia, La Repubblica