Michele Emiliano non rinnova la tessera del Pd, “in ossequio alla recente sentenza della Corte Costituzionale”. “Per ragioni legate al mio ruolo di magistrato, sia pure in aspettativa per mandato elettorale, devo comunicare la mia decisione, dolorosa ma inevitabile, di non rinnovare l’iscrizione al Partito democratico – spiega il presidente della Regione Puglia – in ossequio alla recente sentenza della Corte Costituzionale in materia. Continuerò a supportare il Pd in ogni modo in cui mi venga richiesto e continuerò a frequentare il mio circolo ed ogni istanza di partito alla quale riterrò di intervenire”.
Emiliano annuncia di aver comunicato al circolo Pd Murat-San Nicola di Bari la rinuncia al rinnovo della tessera del partito. “Vi è infatti – aggiunge – che il mio ruolo di capo politico della coalizione di centrosinistra della Regione Puglia è per me coessenziale alla mia militanza nel Pd al quale sarò sempre legato”.
Slitta così al prossimo 24 gennaio, a quanto si apprende, l’udienza del processo davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura a carico del presidente della Regione Puglia, accusato di violazione del divieto per i magistrati, seppure fuori ruolo come nel suo caso, di iscriversi a un partito politico e partecipare alla sua attività. L’udienza era prevista per giovedì e il governatore pugliese aveva chiesto di rimandarla invocando un legittimo impedimento, richiesta che il collegio della disciplinare, presieduto dal laico M5S Fulvio Gigliotti, ha deciso di accogliere. Il processo, avviato dalla precedente consiliatura del Csm, era poi stato sospeso per il rinvio degli atti alla Consulta, chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità della norma che vieta alle toghe l’iscrizione ai partiti, questione che i giudici hanno ritenuto non fondata.
Adnkronos