Il dialogo è aperto ma non proficuo. Tradotto, è su un binario morto. Nessun passo avanti sul capitolo ‘Imu alla Chiesa’, un tema caro a Beppe Grillo che, sulla questione, mandò un appello a Papa Francesco in persona: ‘Bergoglio, paga l’Imu’. Ma a quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di governo, il dossier dell’esecutivo sulla questione è congelato e verrà riaperto solo a gennaio, salvo blitz dell’ultimo minuto. Complici, viene spiegato, una serie di sondaggi che proverebbero come gli italiani siano in realtà contrarissimi a tassare la Chiesa: “Percentuali bulgare – spiegano all’Adnkronos – dimostrano che una decisione in questa direzione si trasformerebbe in un vero e proprio boomerang” per il governo giallo verde.
Non solo. Il dossier al Mef sull’Imu alla Chiesa avrebbe dimostrato che la questione è ben più complicata di quanto si potesse immaginare. Perché il Vaticano già paga l’Imu sugli immobili con finalità commerciali, ma è esentato, come tanti altri organismi ed enti laici, solo per le attività solidali ed educative. Tassare tutte le proprietà vorrebbe dire costringere la Chiesa a chiudere oratori e altre realtà che “salvano i ragazzi dalla strada”. Mentre, per quanto riguarda le attività commerciali -vedi le tante residenze per pellegrini – quelle già pagano l’Imu, escludendo tuttavia dalla tassa – è qui nasce l’inghippo – chi soggiorna per questione di culto.
A ben vedere – è di questo al Mef si è piuttosto certi – di fatto l’esenzione sarebbe applicata grosso modo a tutti, anche a chi soggiorna per motivi che nulla hanno a che vedere con la preghiera. E’ qui che si vorrebbe intervenire: “Non serve una nuova norma, ma fare in modo che si applichi quella esistente evitando scorciatoie ed escamotage“, il ragionamento. Mentre sul tavolo c’è l’idea di un intervento sui tanti immobili sfitti di proprietà del Vaticano: l’idea del governo sarebbe tassare la Chiesa per indurla a vendere proprietà in disuso, prevedendo l’esenzione dall’Imu per le proprietà messe in vendita ma solo per un periodo circoscritto. Un arco temporale di tre anni potrebbe essere un punto di caduta possibile.
Ma la partita è e resta in stand-by. Compresa quella che riguarda la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che impone alla Chiesa di pagare l’Ici sugli immobili commerciali e al governo di recuperarla, riformando una decisione della Commissione che escludeva la chiesa dal pagamento della tassa negli anni 2008-2012 in virtù del fatto che fosse impossibile riscuoterla.
L’Anci ha reso noto che per il periodo che va dal 2008 al 2012, ovvero gli anni contestati, ci sarebbero in ballo 4-5 miliardi. Ma la sentenza non è immediatamente applicativa e non opera un diritto al recupero delle somme da parte dei Comuni nei confronti dei soggetti che avrebbero illegittimamente beneficiato di queste esenzioni. Per farlo ci vuole una legge ad hoc. Ma anche qui il governo tace, con buona pace di Beppe Grillo.
Adnkronos